La polizia francese li respinge, in Italia rimangono senza assistenza adeguata, costretti a dormire in strada o in accampamenti di fortuna. Non solo gli adulti, ma anche persone vulnerabili, come minori non accompagnati, donne incinte o con bambini, anziani e malati.
"Vietato Passare - La sfida quotidiana delle persone in transito respinte e bloccate alla frontiera franco-italiana", presentato oggi. Tra i 320 pazienti visitati dalla clinica mobile di Msf nell'area di Ventimiglia tra febbraio e giugno di quest'anno e le 684 persone in transito che hanno partecipato ad attività di promozione della salute e orientamento ai servizi socio-sanitari, l'80% ha dichiarato di aver tentato più di una volta di raggiungere la Francia e di essere stato respinto. Più di un terzo dei 48 minori non accompagnati assistiti da Msf ha riferito di essere stato respinto, mentre diverse persone hanno raccontato di essere state detenute arbitrariamente dalla polizia francese e trattenute in container durante la notte, in condizioni di promiscuità e senza alcuna protezione specifica per donne e minori. Secondo quanto riferito al team medico, nelle notti trascorse nei container non sempre sono stati forniti cibo e acqua, l'assistenza medica è stata spesso negata, i servizi igienici ritenuti inadeguati e le persone sono state costrette a dormire a terra in spazi ridotti e spesso sovraffollati. Inoltre, solo nella prima metà dell'anno, Msf ha registrato almeno quattro casi di separazione familiare durante i respingimenti.
"Vediamo - dice Sergio Di Dato, coordinatore del progetto - persone estremamente vulnerabili che vengono respinte dalla polizia francese in maniera indiscriminata, senza che le loro specifiche condizioni individuali vengano adeguatamente valutate, per poi ritrovarsi sul territorio italiano senza un'adeguata assistenza da parte delle istituzioni".
Molte delle persone in transito incontrate e assistite da Msf, hanno raccontato di violazioni da parte delle autorità francesi durante le procedure di notifica del refus d'entré (rifiuto d'ingresso), citando ad esempio trascrizioni imprecise dei dati personali, la fornitura imparziale o insufficiente di informazioni da parte delle autorità o l'assenza di mediatori interculturali.
Questo il racconto di un ivoriano all'equipe della ong: "siamo stati fermati a Nizza dalla polizia. Mia moglie è incinta. È stata portata in ospedale perché è svenuta mentre la ammanettavano. Io e mio figlio di due anni siamo stati portati alla stazione di polizia di frontiera di Mentone. Abbiamo passato la notte al freddo e la mattina successiva siamo stati respinti e riportati in Italia, ma non abbiamo notizie di mia moglie".
Sul territorio di Ventimiglia, d'altro canto, rileva Medici senza frontiere, "le persone in transito hanno un accesso estremamente limitato ad alloggi adeguati, all'assistenza sanitaria, all'acqua potabile o ai servizi igienici, con conseguenze dirette sulle loro condizioni di salute". Tra i 320 pazienti assistiti da Msf da febbraio a giugno, 215 persone hanno riportato problemi dermatologici, infezioni respiratorie e gastrointestinali, ferite e dolori articolari - condizioni causate o aggravate dalla vita in strada - mentre 14 soffrivano di malattie croniche come diabete e malattie cardiovascolari con necessità di terapia continuativa e a lungo termine. Nonostante siano stati recentemente aperti due nuovi Punti di assistenza diffusa (Pad) dove i migranti più vulnerabili respinti dalla Francia possono trovare riparo per la notte, si legge nel rapporto, decine di persone in transito sono ancora costrette a dormire in strada o in accampamenti di fortuna.
'A Ventimiglia respinti anche minori e vulnerabili'
Rapporto Msf: 'La Francia li rimanda indietro, l'Italia non li assiste'