Liguria

Uccise sorella, genitori denunciano 'processo contro di noi'

"Non ci può essere giustizia con un pregiudizio'

Redazione Ansa

 "Questo è stato un processo contro di noi, nel quale non si sono voluti ascoltare tutti i testimoni. Un complotto? È una formula che accennate voi, non ci pronunciamo. .. Non ci può essere giustizia dopo un processo del genere. Di sicuro c'è un pregiudizio". È quanto hanno detto Graziano Scagni e Antonella Zarri, i genitori di Alberto, l'uomo che il primo maggio 2022 uccise la sorella Alice sotto casa di lei a Genova Quinto, prima dell'inizio dell'ultima udienza.
    Oggi, dopo le repliche del pubblico ministero Paola Crispo e degli avvocati della difesa e della parte civile, i giudici si ritireranno in camera di consiglio per poi emettere la sentenza.
    Il pm aveva chiesto l'ergastolo mentre il legale di Scagni ha chiesto ieri di riconoscere il vizio parziale di mente e dunque di non dare il massimo della pena.
    "In questa vicenda abbiamo visto periti che hanno lavorato con scienza e coscienza, altri manovrati e per convenienza. Si sta ricostruendo una verità parziale, non si sono volute ascoltare tutte le persone. E vogliamo dire una cosa, anche se può sembrare provocatoria: grazie giustizia italiana, grazie 112". Dopo l'omicidio i genitori hanno denunciato la dottoressa del centro di Salute mentale della Asl3 e gli agenti della centrale operativa che il primo maggio ricevettero le telefonate del padre del ragazzo ma non mandarono le volanti. La procura ha chiesto l'archiviazione per questo fascicolo ma i genitori, tramite l'avvocato Fabio Anselmo, si sono opposti e deve essere fissata una udienza per la discussione.

   Alberto Scagni ha chiesto la parola al processo ma ha iniziato a dire cose non attinenti al procedimento e il presidente della corte d'Assise lo ha fermato consentendo quindi a giudici di riunirsi in camera di consiglio. Le sue dichiarazioni finali non hanno riguardato l'assassinio della sorella, Scagni ha iniziato a parlare di un post che aveva pubblicato anni fa sui social in cui accusava un vicino di molestie a ragazzine. A quel punto il presidente della corte Massimo Cusatti lo ha bloccato spiegandogli che le sue dichiarazioni dovevano riguardare la vicenda processuale. I giudici si sono ritirati adesso in camera di consiglio. La sentenza è attesa per la tarda mattinata o inizio pomeriggio.

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