(ANSA) - GENOVA, 04 OTT - La procura di Genova ha chiesto
l'archiviazione per alcune ipotesi di falso ideologico per 20
persone, su 47, indagate nel filone d'inchiesta bis sulle
autostrade liguri nato dopo il crollo del ponte Morandi.
L'inchiesta riguarda i falsi report sullo stato dei viadotti, le
barriere antirumore pericolose, il crollo della galleria Bertè
in A26 (30 dicembre 2019) e il mancato rispetto delle norme
europee per la sicurezza nei tunnel.
Secondo gli investigatori della Guardia di finanza, coordinati
dai pm Stefano Puppo e Walter Cotugno, i tecnici di Spea
ammorbidivano i rapporti sullo stato dei ponti per evitare i
lavori. Era stato scoperto, inoltre, che le barriere
fonoassorbenti montate su alcuni tratti autostradali erano
difettose e si erano staccate causando problemi agli
automobilisti. Uno degli indagati aveva anche detto al telefono
che erano "attaccate con il Vinavil". Il 30 dicembre 2019 era
invece crollata una parte della volta della galleria Bertè,
nella A26. Si erano staccate quasi due tonnellate di cemento che
per fortuna non avevano colpito mezzi in transito. Anche in
questo caso per la procura i controlli non venivano fatti in
maniera adeguata. Le due società Aspi e Spea sono uscite
dall'inchiesta dopo avere patteggiato per questo filone circa un
milione. (ANSA).
Inchiesta autostrade, chiesta archiviazione per alcuni falsi
Riguarda gallerie, viadotti e barriere antirumore in Liguria
