"Il rabbino di Colonia mi ha detto che una persona è dimenticata solo nel momento in cui si dimentica il suo nome e questo è il motivo per cui abbiamo voluto mettere i nomi dove tutto è iniziato. La prima idea era quella di fare le targhe ma per evitare problemi con i proprietari delle case, in Germania, abbiamo scelto di mettere le pietre in terra.
A Genova la prima "pietra di inciampo" era stata posata in galleria Mazzini e questa mattina ne sono state posate altre 13.
"Credo che questo sia uno dei più importanti veicoli di memoria che si possa avere - sottolinea Filippo Biolè, presidente del comitato Pietre d'inciampo di Genova e dell'Accademia Ligustica - perché l'arte parla un linguaggio universale. Le persone si raccolgono attorno a questa forma di arte urbana, inciampano nel loro recente passato, lo scoprono, si informano e lo ricordano".
La prima di queste "testimonianze" è stata posta nei pressi di via Dufour 11 alla presenza del consigliere comunale Angiolo Veroli in ricordo di Francesco Moisello, per proseguire in corso Magenta 5 con la collocazione di ulteriori tre Pietre in memoria di Ida, Arturo e Luciano Valabrega durante una cerimonia alla quale è intervenuto l'assessore a Urbanistica e Sviluppo Economico Mario Mascia, e poi in via Padre Semeria 21, in ricordo di Giorgina Milani ed Ettore, Bice, Maria Luisa, Giorgio, Roberto e Paolo Sonnino, in via Felice Cavallotti 11 per Marco Rignani, e in via Casaregis 4A per Bellina Ortona.
(ANSA).
Nuove pietre d'inciampo a Genova per ricordare vittime Shoah
L'ideatore, 'così si inciampa sia con il cuore che con la testa'