Liguria

Comune Genova apre tavolo per salvare Technisub

Mascia, c'è massima urgenza. Pastorino, coinvolgo ministero

Redazione Ansa

(ANSA) - GENOVA, 11 MAR - Un tavolo di confronto con la parte datoriale, Confindustria e i lavoratori per trovare soluzioni sul futuro dei 48 lavoratori di Technisub e salvaguardare il knowhow aziendale, storico marchio con sede in Val Bisagno a Genova. È quanto emerso durante l'incontro, oggi pomeriggio, a Palazzo Tursi tra l'assessore al Lavoro e Sviluppo economico Mario Mascia, insieme al presidente del Municipio IV Valbisagno Maurizio Uremassi, che hanno ricevuto, al termine del corteo, i lavoratori e i rappresentanti sindacali dell'azienda che produce materiali per il nuoto e il diving. "L'azienda è sana, ai lavoratori è stato richiesto anche uno sforzo per ulteriori carichi di lavoro: in questi termini quindi auspichiamo che ci si possa sedere attorno a un tavolo e trovare soluzioni perché non è accettabile che si chiuda un marchio storico senza valutare le ricadute per i dipendenti, le loro famiglie e il territorio" ha dichiarato l'assessore Mascia. "Il sindaco Bucci - ha aggiunto - mi ha delegato ad affrontare con la massima urgenza la situazione".
    "Presenterò una interrogazione per coinvolgere il ministero del Made in Italy e chiedere un preciso impegno per salvare questo sito produttivo sul territorio" dichiara il deputato ligure del Partito Democratico Luca Pastorino. "Technisub produce maschere, pinne e attrezzatura subacquea dagli anni Sessanta ed è riconosciuto per la sua attenzione all'ambiente nelle fasi di produzione industriale. Il sito produttivo di Genova Struppa occupa 45 dipendenti. L'azienda - in mano alla francese Aqualung - ha però annunciato la chiusura della fabbrica entro marzo 2025 per spostare la produzione in Gran Bretagna. Ritengo fondamentale il coinvolgimento del ministero competente".
    "Sono emerse posizioni inconciliabili, per la Uilm è inaccettabile che un'altra azienda che ha radici profonde sul territorio decida di lasciare al suo destino 48 famiglie.
    Chiediamo un tavolo per l'occupazione - spiega Luigi Pinasco -.
    Ne abbiamo le tasche piene di multinazionali che comprano e poi spremono lavoratori e territorio". (ANSA).
   

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