Liguria

'Il Corsaro' incanta il Teatro Carlo Felice di Genova

Protagonisti il direttore d'orchestra Palumbo e il tenore Meli

Redazione Ansa

(ANSA) - GENOVA, 18 MAG - Il direttore d'orchestra Renato Palumbo e il tenore Francesco Meli sono stati i principali artefici del successo del 'Corsaro', l'opera di Verdi andata in scena al Teatro Carlo Felice di Genova, penultimo titolo del cartellone lirico genovese.
    L'opera è stata presentata nello stesso allestimento proposto nel maggio del 2005, una coproduzione con il Regio di Parma con le scene di Marco Capuana e la regia del compianto Lamberto Puggelli.
    Scritta nel 1848 su libretto di Piave ispirato a un poemetto di Byron, 'il Corsaro' non ha mai avuto particolare fortuna per un'azione che non decolla mai e che non offre al compositore quei caratteri e quelle situazioni che erano essenziali a far scattare l'estro verdiano. Tuttavia la partitura ha momenti di pregio che ieri sera il direttore Renato Palumbo ha saputo evidenziare con intelligenza. Palumbo è un verdiano doc e lo ha dimostrato sin dalle prime note: una lettura, la sua, controllata, ricca di sfumature, vigorosa negli scatti ritmici tipici del Verdi giovanile, ma sapiente anche nella espansione lirica.
    Inappuntabile il rapporto buca-palcoscenico dove era atteso Francesco Meli al suo debutto nel ruolo. Una prova di sicuro spessore: un corsaro ricco di sfumature, di mezze voci, di ammirevole duttilità nel passare dai gesti sonori più eroici (l'aria del primo atto) ai ripiegamenti più intimi (la scena della prigione). Al suo fianco Olga Maslova ha assicurato alla figura di Gulnara una vocalità autorevole. Bene, nell'insieme, anche Irina Lungu nei panni di Medora e Mario Cassi nel ruolo di Seid.
    La scena di Marco Capuana poggia su una struttura quasi fissa: il ponte di una nave con le vele che salgono e scendono frequentemente a cadenzare le scene e i diversi spazi.
    Un'ambientazione che offre qualche soluzione suggestiva anche grazie ad un buon utilizzo delle luci. Il regista Lamberto Puggelli (il suo lavoro è stato qui ripreso da Pier Paolo Zoni) ha dovuto a suo tempo fare i conti con la immobilità drammaturgica della storia: ha bloccato i personaggi in gesti platealmente melodrammatici, ha giocato con i movimenti delle vele e ha puntato sulla battaglia fra corsari e musulmani affidandosi al maestro d'armi Renzo Musumeci Greco il quale ha effettivamente costruito una 'battaglia' credibile. Coro e orchestra lodevoli. Applausi calorosi e meritati. Prima replica domani alle 15. (ANSA).
   

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