Liguria

Toti va in Cassazione per la revoca dei domiciliari

Salvini: "Quanto accade a Genova è gravissimo per la democrazia". Dal gip nuovo via libera all'incontro tra il leader della lega e il governatore

Redazione Ansa

Giovanni Toti non ci sta a rimanere agli arresti domiciliari. E dopo avere fatto scena muta davanti al giudice per la nuova accusa di finanziamento illecito ha ufficialmente depositato, tramite il suo avvocato Stefano Savi, il ricorso in Cassazione contro il no del Riesame alla revoca della misura. E nel frattempo incassa la solidarietà del vicepremier Matteo Salvini che dai microfoni di Radio Libertà attacca: "Quel che sta accadendo a Genova è gravissimo. Non per la politica, per la democrazia. Spero e conto che né Toti né il centrodestra si facciano intimidire".

L'incontro tra i due è saltato dopo che ieri per il governatore è scattata una nuova ordinanza di custodia cautelare. "Fermiamoci ai quaquaraqua, non andiamo oltre, chi usa la giustizia politicizzata per provare a ribaltare il risultato delle urne non fa mai un buon servizio al Paese né a se stesso", sempre Salvini. Per il nuovo arresto oggi il presidente è comparso davanti al giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni, da remoto in video conferenza, ma si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Subito dopo l'interrogatorio la gip ha autorizzato gli incontri politici. E dunque potranno andare ad Ameglia (Spezia) Salvini, l'assessore regionale Marco Scajola, Maurizio Lupi, Ilaria Cavo e Giuseppe Bicchielli rispettivamente leader e deputati di Noi Moderati. Tutti gli incontri dovranno essere calendarizzati per la prossima settimana. Nel frattempo, però, spuntano nuove accuse. Oltre che per gli spot per le elezioni comunali del 2022, pagati secondo l'accusa da Esselunga, Toti e l'editore di Primocanale ed ex senatore Maurizio Rossi sono indagati per finanziamento illecito anche per alcune pubblicità per le elezioni politiche di settembre 2022.

La procura, dopo la nuova misura, potrebbe accelerare e chiedere il giudizio immediato già a fine luglio. Secondo gli investigatori della guardia di finanza, coordinata dai pm Federico Manotti e Luca Monteverde, ci sarebbero indizi su un'ulteriore ipotesi di finanziamento illecito operato da Maurizio Rossi a favore della lista Noi Moderati-Italia al Centro con Toti. Gli inquirenti stanno però continuando le indagini per capire se a pagare quei passaggi elettorali sia stato un imprenditore oppure se sia stata una "elargizione" dello stesso Rossi.

In questa seconda ipotesi avrebbe dovuto mettere a bilancio quei soldi sotto forma di pubblicità e firmare con Toti la dichiarazione per la Camera dei deputati. Lo stesso giudice, nell'ordinanza, parla di "escamotage". Per gli inquirenti Rossi, in quella occasione, "avrebbe erogato un ulteriore finanziamento rappresentato da 1.598 passaggi elettorali pubblicitari sul pannello esposto sulla Terrazza Colombo, del valore di circa 23.970 euro in modo occulto e cioè senza alcuna delibera da parte dell'organo sociale competente, senza una regolare iscrizione a bilancio e senza procedere ad alcuna dichiarazione congiunta".

Anche in questo caso, per giustificare tali passaggi pubblicitari, Rossi "avrebbe stipulato con il Comitato Giovanni Toti un contratto per la proiezione di un totale di 30 passaggi al prezzo complessivo di 450 euro ma in realtà, a fronte dei 30 passaggi previsti e contrattualizzati ne sarebbero stati effettuati 1.598 per un valore economico complessivo pari a 24.420 euro".

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