Liguria

Giovanni Toti ha dato le dimissioni, Liguria alle urne tra 3 mesi

'Lascio la regione in ordine'. Lega: 'Arresti per sovvertire il voto'

Giovanni Toti

Redazione Ansa

Che le dimissioni di Giovanni Toti, governatore 'sospeso' e ai domiciliari dal 7 maggio perché accusato di corruzione fossero questione di ore lo si era capito ieri durante un consiglio regionale convocato per l'assestamento di bilancio inutilmente nervoso.

Ma stamani il tam tam si è fatto più intenso finché alle 10,41 una breve nota della Regione ha annunciato che le dimissioni del governatore Giovanni Toti - un foglio di carta scritto a mano, in stampatello - erano state depositate negli uffici di presidenza dell'Ente

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Ad "avere l'onere" di consegnare a mano la missiva l'amico e fedelissimo di Giovanni Toti, Giacomo Giampedrone, assessore alla protezione civile che svela di aver visto Toti "una settimana fa" e che l'ormai ex governatore era "sempre sereno, forte e convinto di aver lavorato solo ed esclusivamente nell'interesse della Liguria e dei liguri". 

Una scelta sicuramente difficile, sofferta ma probabilmente Toti deve aver pensato di non avere una vera alternativa. Si apolitica che giudiziaria: la difesa farà una nuova istanza per la revoca dei domiciliari sperando nel giudizio immediato. "Mi assumo tutta la responsabilità di richiamare alle urne, anticipatamente, nei prossimi tre mesi, gli elettori del nostro territorio, che dovranno decidere per il proprio futuro" scrive Toti rivendicando il ruolo della politica attraverso il voto: "sento come necessario che i cittadini tornino ad esprimersi per ridare alla politica, al più presto, quella forza, quella autorevolezza, quello slancio, indispensabili ad affrontare le moltissime sfide che la Regione ha di fronte".

E poi sottolinea "l'impegno messo da tutti noi, i difficili momenti che abbiamo vissuto e affrontato insieme, dal Ponte Morandi al Covid". Toti spiega anche la tempistica di queste sofferte dimissioni. "Ho atteso fino ad oggi per consentire al Consiglio Regionale di approvare l'assestamento di bilancio e il rendiconto, fondamentali per la gestione dell'Ente", scrive e ricorda "quella sinergia tra partiti e forze civiche che hanno attribuito alla nostra esperienza consenso e capacità di realizzazione". Un messaggio chiaro alle forze di quella coalizione che l'ex governatore ringrazia di continuo. C'è emozione, tra i collaboratori di Toti. Anche Giampedrone, pur mantenendo un certo aplomb, è provato. E si prova a parlare del futuro. "Stiamo individuando la data del voto in questi giorni, ma parliamo di fine ottobre" per le elezioni anticipate - ha detto il presidente ad interim Alessandro Piana - Salvo ovviamente il governo non risponda in altra maniera, potrebbe essere insieme a Umbria e Emilia Romagna ma non spetta a noi deciderlo. Manderemo la lettera con la data indicata al presidente della corte d'Appello". Le dimissioni scatenano le reazioni della politica. La Lega è la più furibonda: "in Liguria siamo di fronte all'ennesimo tentativo di sovvertire il voto popolare usando inchieste e arresti". Costernata la Lista Toti: "Grazie, ora possiamo dire solo questo". Più tiepida FdI. Il centrosinistra invece, da sempre in prima linea nel chiedere a Toti di lasciare, esulta: "era ora che si dimettesse", dice Elly Schlein ma anche "è finita l'agonia del governo di destra" (Avs). E Conte: "non si poteva governare dai domiciliari". Per Renzi "Toti è stato abbandonato dai suoi alleati" mentre Calenda riflette: "indegno forzare le dimissioni con misure cautelari". La Liguria, travolta da un terremoto giudiziario che è diventato politico, andrà al voto in autunno: sembra esserci poco tempo ma la politica ligure su questo tema lavora già da 80 giorni.

 

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Renzi: 'Noi con il centrosinistra anche in Liguria'

Italia Viva "starà insieme per le regionali, anche in Liguria", con il centrosinistra, ma "non presenterà" una sua candidatura che "verrà invece presentata dalla coalizione". A dirlo a SkyTg24 è il leader di Italia Viva Matteo Renzi.

"Noi lavoreremo sul programma", aggiunge. Per quanto riguarda l'eventuale leadership, Renzi osserva: "In una coalizione il capo lo fa chi prende più voti. Se Elly Schlein è la leader del Pd e se l'è conquistato con le primarie, se vince le elezioni tocca a lei fare il presidente del Consiglio".

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