Liguria

Uil, turismo mordi e fuggi 'brucia' i lavoratori in Liguria

'A fine estate non sono più disposti a ripetere l'esperienza'

Redazione Ansa

(ANSA) - GENOVA, 11 AGO - "I ritmi spasmodici del turismo in Liguria, spesso concentrato in pochi mesi, non tiene conto dell'equilibrio tra vita e lavoro e neanche dell'aspetto economico correlato al sacrificio. I lavoratori a fine stagione sono completamente 'bruciati' e magari non sono più disposti a ripetere l'esperienza infernale l'anno successivo". Lo denunciano il segretario generale della Uiltucs Liguria Riccardo Serri e il coordinatore regionale del settore Turismo per la Uiltucs Liguria Roberto Fallara sollecitando "un maggior impegno sul tema da parte della politica e delle istituzioni".
    "Se si fanno dodici ore per sei giorni in una cucina dove, in estate si raggiungono temperature molto elevate e non si respira per ben quattro mesi, alla fine del percorso, il lavoratore è talmente scoppiato che, all'occasione successiva, non accetterà la proposta di lavoro nel turismo. - rimarcano - In questo contesto occorre avere cura dei professionisti ed investire sul personale polifunzionale ma, è evidente, che si preferisca stressare l'organico già centellinato. Il lavoro a chiamata smoderatamente presente le turismo in Liguria nasconde retribuzioni basse con parte del salario erogata in nero e scarsa professionalità alle spalle".
    "In Liguria vige ancora il turismo del week end influenzato dal meteo, del mordi e fuggi, della stagione da erodere fino all'osso che spesso si traduce in insostenibilità in un territorio morfologicamente difficile e fragile - segnalano i sindacalisti - I giovani italiani rimandano al mittente le offerte di lavoro scandalose, lo sfruttamento dilaga tra i giovani stranieri arrivati in Italia per una vita migliore".
    "Spesso assistiamo al poco impegno da parte di politica e istituzioni territoriali a fare squadra, scarsissima avvedutezza e visione del futuro da parte delle imprese e lavoratori, in particolare stagionali, esausti per ritmi insostenibili che, di anno in anno, rifuggono al richiamo del settore. E in questo contesto, stiamo vivendo un momento di deflazione del lavoro nel settore, ovvero, ci sono più richieste di mano d'opera ma meno persone che rispondono all'offerta", aggiungono. (ANSA).
   

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