Era stato l'unico a finire in carcere lo scorso 7 maggio, quando è deflagrata l'inchiesta che ha terremotato la Regione Liguria, ed era l'unico ancora agli arresti domiciliari. Quattro mesi dopo Paolo Emilio Signorini, l'ex presidente dell'Autorità portuale ed ex ad di Iren, torna un uomo libero.
Il giudice Matteo Buffoni ha disposto però nei suoi confronti il divieto di esercitare impresa o ricoprire uffici o incarichi direttivi in imprese per 12 mesi. E' ancora attesa, invece, la data per l'udienza dei patteggiamenti dello stesso Signorini, dell'ex governatore Giovanni Toti e dell'imprenditore Aldo Spinelli.
L'ex manager pubblico era rimasto nel carcere di Marassi fino al 16 luglio, per poco più di due mesi: l'accusa nei suoi confronti è di aver preso soldi da Spinelli in cambio di concessioni portuali. Il giudice aveva poi concesso i domiciliari, accogliendo la richiesta degli avvocati Enrico e Mario Scopesi.
Da allora era rimasto in un appartamento messo a disposizione dei familiari con una delle figlie a provvedere alle sue esigenze. Nelle scorse settimane Signorini ha accettato di patteggiare una pena a tre anni e cinque mesi, con la confisca di quasi 104 mila euro. Anche Spinelli e Toti hanno deciso di patteggiare: tre anni e due mesi il primo, due anni e un mese (convertiti in 1.500 ore di lavori di pubblica utilità) il secondo.
Ma le condanne potrebbero aumentare di qualche mese visto che potrebbero essere contestati episodi corruttivi emersi nel corso delle indagini ma approfonditi dalla Guardia di Finanza, coordinata dai pubblici ministeri Federico Manotti e Luca Monteverde, solo dopo la richiesta di giudizio immediato.
La data per i patteggiamenti, con ogni probabilità, sarà fissata subito dopo le elezioni regionali di fine ottobre in Liguria. Dopo il patteggiamento, per Signorini e Spinelli bisognerà aspettare il passaggio in giudicato della sentenza, a meno che uno dei due non decida di impugnare in Cassazione solo per prendere tempo, e poi deciderà il tribunale di Sorveglianza come fare scontare la pena. Con la riforma dell'allora ministro Marta Cartabia, per le condanne tra i 3 e i 4 anni, è prevista la possibilità di chiedere, in alternativa agli arresti domiciliari, l'affidamento ai servizi sociali.
Per quanto riguarda Toti sarà lui a indicare al giudice presso quale struttura svolgere i lavori di pubblica utilità in base alle onlus accreditate o convenzionate con il Tribunale. L'ex presidente potrebbe svolgere lavori anche per oltre 15 ore settimanali e, forse, anche tramite smart-working. Toti sarà soggetto a controlli sul suo operato tramite l'Uepe (Ufficio esecuzione penale esterna) che dovrà verificare lo svolgimento dei lavori di pubblica utilità.
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