(ANSA) - GENOVA, 11 OTT - La Claque del Teatro della Tosse
trasformato in un "Death cafè", uno di quei luoghi, che esistono
realmente in altri Paesi, dove gli avventori si incontrano per
parlare della morte. E "Death cafè" era appunto il titolo del
monologo che Marina Minetti ha scritto con la collaborazione di
Emanuele Conte e Luigi Ferrando e ha interpretato ieri sera in
prima nazionale.
E' la storia di una conduttrice radiofonica che stanca di
dover evitare i temi che via etere sono tabù decide di
affrontare quello più spinoso davanti a una platea 'costretta' a
una sorta di seduta psicanalitica. L'obiettivo è parlare della
morte per superarne la paura. E la Minetti (autrice del podcast
"Death cafè" pubblicato da Mondadori Studios) chiama a testimoni
filosofi antichi e moderni (i più lontani, Epicuro e Socrate),
ironizza sulle paure più frequenti (quella di volare, ad
esempio), sottolinea l'irrazionalità del terrore di morire
(finchè ci siamo non c'è la morte, quando c'è lei non ci siamo
più noi), parla dei cimiteri, delle tombe "fai da te", delle
diverse situazioni che portano all'al di là, dalla morte
improvvisa al lento spegnersi per i malati terminali. Lo fa
alternando ironia a cinismo, malinconia a gag comiche in una
commistione di toni e di linguaggio che rende il monologo
apprezzabile, anche se forse un po' troppo dilatato in rapporto
ai contenuti affrontati. Sala gremitissima e tanti applausi.
(ANSA).
Death café, alla Claque di Genova si parla della morte
Il monologo di Marina Minetti in prima nazionale