(ANSA) - LA SPEZIA, 03 DIC - Ance La Spezia e l'Autorità di
sistema portuale del Mar Ligure Orientale finanziano uno studio
di fattibilità per un nuovo asse viario. Lo studio, presentato
questa mattina presso Confindustria, parte dall'analisi del
Centro Studi Confindustria con l'Università La Sapienza sulla
fragilità viabilistica dello Spezzino e ipotizza una Superstrada
del Golfo, 5 chilometri composti da due gallerie e un viadotto
tra l'area di Vallegrande e Arcola dal costo di 172 milioni di
euro che offrirebbe un'alternativa all'attuale raccordo La
Spezia-Santo Stefano. "Oggi il venire meno di questo
collegamento isolerebbe di fatto la città - dice Alberto
Bacigalupi di Ance -. La bretella ha diverse vulnerabilità tra
viadotti, gallerie e l'attraversamento di un fiume". In media
ogni giorno vi transitano oltre 30mila veicoli leggeri e 6.600
veicoli pesanti da e per il porto della Spezia. "In caso di un
evento catastrofico che ne determinasse la chiusura totale, il
danno economico per la provincia sarebbe di 1.4 miliardi di euro
all'anno con perdita di oltre 14mila posti di lavoro", stima
Carolina Serpieri dell'ateneo romano. A farne le spese il porto
e le crociere, ma anche la cantieristica navale, la logistica e
l'industria legata alla Difesa con aziende strategiche a livello
nazionale ed europeo come Leonardo e MBDA. Firmato un protocollo
di intesa da undici amministrazioni comunali per presentare alla
Regione Liguria il progetto di un nuovo tracciato di 16.9 km dal
costo complessivo di 540 milioni di euro. Oltre alla
superstrada, interventi previsti anche per raddoppiare la
statale della Cisa in Val di Magra e bypassare il centro abitato
di Santo Stefano Magra. "In questo momento non ci sono criticità
che fanno ipotizzare il crash del raccordo autostradale, ma
abbiamo ritenuto opportuno fare questa analisi per tracciare un
quadro del futuro sviluppo del territorio", ha spiegato il
direttore generale di Confindustria La Spezia, Paolo Faconti.
"Studio strutturato e approfondito che aiuta gli enti nello
sviluppo della programmazione e nella ricerca dei finanziamenti
- ha detto Gabriella Rolandelli, direttrice generale dell'area
sviluppo del territorio di Regione Liguria -. Per poter metterlo
a terra è necessario integrarlo all'interno del Piano regionale
integrato delle infrastrutture e da lì passare a sviluppare
un'ipotesi di realizzabilità con i ministeri e gli stakeholder
nazionali". (ANSA).
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