(ANSA) - GENOVA, 09 GEN - "Nel Preludio il pubblico assiste
alla morte di Violetta che la musica già ci evoca. Lei, vestita
come nel terzo atto, si muove tra spettri e tutta l'opera sarà
per me una sorta di flashback tra la vita e la morte".
Quell'allestimento, ripreso poi nel 2018, torna ora nuovamente
sul palcoscenico genovese.
L'appuntamento è per domenica sera (ore 20). Il
sovrintendente Claudio Orazi e il direttore artistico Pierangelo
Conte hanno presentato l'evento assieme agli assessori alla
cultura Simona Ferro per Regione e Lorenza Rosso per il Comune.
Presente il cast guidato dal direttore d'orchestra Renato
Palumbo e dal regista Giorgio Gallione con Carolina Lopez Moreno
(Violetta), Francesco Meli (Alfredo) e Roberto Frontali
(Germont). Orazi ha annunciato che il 29 gennaio grazie
all'interessamento di Ferruccio de Bortoli a Milano verrà
presentato il programma relativo alle iniziative già avviate nei
due anni scorsi e legate al duecentesimo anniversario
dell'approdo dell'opera italiana negli Stati Uniti, un progetto
legato al ricordo del letterato Lorenzo Da Ponte.
Venendo a "Traviata", il senso di morte cui faceva
riferimento il regista Gallione è pienamente condiviso dal
direttore Renato Palumbo, un autorevole esperto del teatro
verdiano: "Sin dal Preludio si sente la morte di Violetta -
spiega -. È un'opera apparentemente semplice nella sua
drammaturgia, eppure estremamente complessa per la forza e
l'intensità del personaggio ispirato a una figura reale".
L'opera è del 1853. Nel 1847 era morta a soli 23 anni Marie
Duplessis, pseudonimo di Alphonsine Rose Plessis, la più celebre
cortigiana francese del primo Ottocento. Di umili origini, ma di
notevole intelligenza e intraprendenza, era entrata nell'alta
società parigina, diventando una fra le donne più ammirate e
amate del suo tempo. Fece scalpore la sua relazione con Dumas,
prima e con Liszt dopo così come suscitò scandalo il rapporto
con il principe Agenor de Gramont e con il conte Edouard de
Perragaux che la sposò nel 1846. "Nel 1848 - ricorda Palumbo -
Dumas la mise al centro del suo romanzo, nel 1852 ne ricavò un
dramma e l'anno dopo Verdi, anche in chiave autobiografica, le
dedicava questo capolavoro che era di un'attualità straordinaria
e che mantiene tuttora la sua carica di attualità". (ANSA).