Liguria

Torna 'Equus' di Carlo Sciaccaluga al teatro Duse di Genova

A 50 anni dalla prima nazionale

Torna 'Equus' di Carlo Sciaccaluga al teatro Duse di Genova

Redazione Ansa

(ANSA) - GENOVA, 21 MAR - Si respira un'aria particolare in questi giorni al Teatro Duse. E' in prova "Equus" di Peter Shaffer, una nuova produzione del Teatro Nazionale di Genova. Ma sullo stesso palcoscenico, esattamente cinquant'anni fa, "Equus" aveva fatto la sua prima apparizione a livello nazionale con uno spettacolo di grande successo che aveva fatto parlare di sé almeno per due ragioni: la presenza di una scena di nudo integrale e la regia di un giovane ventiduenne quasi debuttante, Marco Sciaccaluga.
    Oggi, la regia è affidata al figlio Carlo e la traduzione del testo porta la firma di entrambi: "Ho rifatto la traduzione - spiega - partendo dall'inglese e tenendo accanto quella di mio padre. Era necessario cambiare qualcosa perché il testo richiede un linguaggio contemporaneo e in cinquant'anni qualcosa è cambiato." Lo spettacolo si avvale delle scene di Anna Varaldo e delle musiche di Andrea e Leonardo Nicolini.
    Il cast prevede Luca Lazzareschi (Marin Dysart, lo psicanalista), Pietro Giannini (Alan), Pia Lanciotti (la madre di Alan), Paolo Cresta (Frank), Camilla Semino Varo (Ester), Giulia Prevedello (Jill). La storia è incentrata su Alan un diciassettenne con la passione dei cavalli che una notte, incomprensibilmente, acceca i suoi sei adorati cavalli. Il compito di spiegare il gesto inconsulto spetta allo psichiatra Dysart: più scava nella mente del ragazzo e più gli si presenta un universo di passione fisica e mistica che lo mette di fronte alla sua crisi esistenziale e lo porta a interrogarsi sull'eterna lotta tra istinto e ragione, controllo e libertà".
    "Equus - dice Carlo Sciaccaluga - è un'opera che interroga il pubblico senza offrire risposte facili. E' una storia di oppressione. Alan ha un desiderio profondo, assoluto, una forza anche erotica che non riesce a trovare forma in una società che lo schiaccia sotto il peso del conformismo". La scena sarà vuota: "Una piattaforma di legno girevole, una dinamica dello spazio vuoto alla Peter Brook con le parole che creano il mondo". Una delle scene che cinquant'anni fa fece "scandalo" è quella del nudo integrale: "Temo che un po' di scandalo lo farà ancora. Ma è il testo stesso che conduce naturalmente alla nudità dei corpi, in una visione mistica e spirituale dell'anima e del corpo in senso erotico". Carlo Sciaccaluga ha già firmato altre regie, questa tuttavia ha un sapore differente proprio per il legame con il padre. "In effetti questo spettacolo mi dà una sensazione diversa. E' un Totem di una gigantesca testa che incombe su di me. E' una sorta di passaggio generazionale che avverto soprattutto intorno a me anche se non sono molti quelli che mezzo secolo fa videro quel debutto". (ANSA).
   

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