Lombardia

Bufera giudiziaria Ubi Banca, indagati Bazoli e Pesenti

Inchiesta Pm Bergamo su vertici. Massiah: "tutto si sistemerà"

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Redazione Ansa

Un ciclone giudiziario si abbatte su Ubi Banca proprio nel giorno della conference call e colpisce i manager della banca, la controllata Ubi Leasing e anche nomi eccellenti del mondo della finanza e dell'impresa, dal presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo Giovanni Bazoli al presidente di Italcementi Giampiero Pesenti.

Ostacolo all'attività di vigilanza è l'ipotesi di reato a carico dei vertici di Ubi banca, tra i principali gruppi bancari italiani, e di Bazoli; truffa aggravata e riciclaggio sono le accuse per tre ex dirigenti di Ubi Leasing e per Pesenti. Dalla Banca (che in borsa ha chiuso la giornata cedendo 1,8%) arrivano assicurazioni di "massima collaborazione": "tutto si sistemerà", ha detto il consigliere delegato Victor Massiah.

E mentre Bazoli, tramite il suo legale, esclude l'esistenza di patti parasociali occulti, Pesenti fa sapere di essere estraneo a Ubi Banca e di essere coinvolto nell'inchiesta solo per l'acquisto di un'imbarcazione, operazione che definisce regolare.

Il blitz di circa cento finanzieri del nucleo speciale di polizia valutaria parte all'orario di apertura della banca. I militari danno esecuzione a un decreto emesso dalla Procura di Bergamo che prevede una ventina di perquisizioni in varie città: "visitano" gli uffici del presidente del comitato di gestione di Ubi Banca Franco Polotti e del presidente del comitato di sorveglianza Andrea Moltrasio. Altri finanzieri perquisiscono gli uffici del vicepresidente del Comitato di Sorveglianza della banca Mario Cera, del consigliere delegato Massiah e dell'altro consigliere Italo Lucchini; altri ancora entrano negli uffici di Bazoli. Quasi contemporaneamente si sviluppa l'attività investigativa che coinvolge Ubi Leasing: vengono perquisiti la Direzione Credito Anomalo e gli uffici del Servizio Recupero e Vendita Beni e gli uffici di Giampiero Bertoli, ex amministratore delegato della società, di Alessandro Maggi, ex direttore generale, e di Guido Cominotti, ex responsabile del servizio Recupero e Vendita Beni di Ubi-Leasing.

Infine la perquisizione nell'ufficio di Pesenti. I filoni investigativi sviluppati dalla Procura di Bergamo sono due: il reato di ostacolo all'attività di vigilanza si riferisce a presunte gravi anomalie nella modalità di comunicazione delle indicazioni dei vertici di Ubi-Banca. Secondo l'accusa, due gruppi di azionisti - l'Associazione Amici di Ubi e l'Associazione Banca Lombarda e Piemontese, quest'ultima presieduta da Bazoli - avrebbero messo in campo, senza che la vigilanza ne avesse compiuta conoscenza, un sistema di regole - patti parasociali occulti, secondo l'accusa - tale da predeterminare i vertici di Ubi-Banca. Quanto ai reati di truffa e riciclaggio contestati agli ex dirigenti di Ubi-Leasing - filone nel quale è chiamato in causa anche Giampiero Pesenti - la magistratura ipotizza gravi irregolarità nella compravendita di beni di lusso, tra i quali imbarcazioni e aerei.

Tali beni - sempre secondo le ipotesi dell'accusa - venivano ceduti in leasing a persone fisiche e società. Di fronte alle prime difficoltà di pagamento delle rate concordate, sarebbero poi stati sottratti a coloro che avevano sottoscritto il contratto di leasing e subito ceduti, a un prezzo di gran lunga inferiore al valore reale, a persone vicine a Ubi-Leasing. Ubi Banca assicura "massima collaborazione" alla Guardia di Finanza e fa sapere di aver "già fornito a suo tempo varie risposte e chiarimenti ai competenti organi di vigilanza".

"Sono fiducioso che le nostre ragioni verranno completamente capite e che tutto si sistemerà", aggiunge il consigliere delegato della banca, Victor Massiah. Uscito dal consiglio di sorveglianza della Banca da oltre due anni, Giovanni Bazoli, nell'escludere l'esistenza di patti parasociali occulti, evidenzia, tramite il legale, che "gli accordi che hanno dato vita a Ubi" così come "tutti i successivi sono stati recepiti negli statuti e in atti ufficiali debitamente comunicati". Quanto a Giampiero Pesenti, fonti a lui vicine riferiscono che a suo carico "sono ipotizzate irregolarità riguardanti attività personali, che non coinvolgono Italcementi, in ordine a rapporti intercorsi con Ubi Leasing in merito all'acquisto di una imbarcazione.

Nell'esposto denuncia, alla base dell'iniziativa dell'Autorità giudiziaria, si ipotizza un'operazione condotta a prezzi di favore; si confida invece che nel corso dell'indagine emerga la totale congruità e correttezza della transazione". Prudente, infine, la reazione dell'ex parlamentare del Pdl Giorgio Jannone, presidente delle Cartiere Pigna, che lo scorso anno ha provato a correre per il vertice della banca sfidando l'attuale gruppo dirigente di Ubi ed ha firmato esposti con cui ha denunciato episodi di presunta cattiva gestione in Ubi Leasing. "La tutela dei diritti e del patrimonio di migliaia di azionisti, che ho voluto con forza difendere, spesso solo, in questi anni, impone la massima cautela. Dobbiamo tutti salvaguardare il valore del titolo Ubi, lasciando lavorare la Magistratura, Banca d'Italia e Consob".

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