"Non dimenticherò mai le urla di quella ragazza: è stato straziante guardarla andare giù senza poter intervenire". Samantha D. L. ha visto tutto dalla finestra del proprio appartamento in via Novaro, a Milano, a solo due civici dal condominio al numero 16 dove la scorsa notte due ventenni hanno perso la vita precipitando dall'ottavo piano. Alessandra Pelizzi, di 19 anni, e Pietro Maxyilian Di Paola, 20 anni appena compiuti, molti dei quali trascorsi in quell' appartamento in zona Affori dove si è trasferito da bambino dopo essere stato adottato dal Brasile. Secondo la polizia potrebbe trattarsi di un omicidio-suicidio o, forse, la ragazza è stata trascinata involontariamente nel tentativo di salvare la vita all'ex fidanzatino che già un anno fa aveva tentato di togliersi la vita allo stesso modo. Per circa un'ora, lo scorso anno, era rimasto in equilibrio sul tetto del palazzo sporgendosi per guardare giù, come se stesse decidendo il punto dell'impatto. "Aveva una felpa bianca e nera, lo ricordo come fosse ieri, era pieno giorno - racconta un suo coetaneo che quel giorno immortalò la scena con la macchina fotografica - Lo ha salvato un vigile del fuoco dopo che un collega lo ha distratto. Lo ha afferrato al volo e trascinato in salvo. Stavolta però è riuscito nel suo intento e purtroppo si è portato dietro Alessandra". La ragazza, che stamattina aveva appuntamento con un'amica per andare a iscriversi all'università, lo aveva lasciato circa tre settimane fa al ritorno dalle vacanze. "Ho visto bene - racconta la vicina di casa - erano sul balcone, hanno litigato e lui l'ha trascinata giù con sé. Lei gridava aiuto, aiuto. Era attorno a mezzanotte e mezza. Abbiamo chiamato la polizia e poco dopo abbiamo sentito un rumore terribile. Un tonfo agghiacciante". E dire che poco prima, in quell'appartamento, c'era stata una festa. Pietro e Alessandra erano con alcuni amici per festeggiare un compleanno, non è ancora chiaro se fosse di un compagno o proprio di Pietro, che potrebbe aver posticipato l'incontro perché nato in agosto. Una serata tranquilla sull'attico all'ottavo piano, un piano sopra la casa dei genitori e di sua sorella, che non si sono accorti di niente. "A un certo punto gli altri sono andati a comprare le sigarette e loro due sono rimasti da soli - racconta un amico - Cosa sia successo subito dopo non lo sa nessuno di preciso". L'unica cosa certa sono le urla disperate di Alessandra, il volo muto di Pietro e quel rumore sordo che ha riempito la notte di via Novaro. I soccorsi sono arrivati pochi minuti dopo ma per la 19enne non c'era più nulla da fare. Di Paola, invece, è morto qualche ora più tardi all'ospedale San Gerardo di Monza. E' possibile che il corpo della sua ragazza abbia attutito il colpo. Nella stanza del ventenne, la polizia ha trovato una sorta di diario dal quale emerge una forma di disagio per l'adozione e l'intenzione mai abbandonata di uccidersi. "Lo vedevamo spesso in giro con la moto o con il suo cane, un husky - ricorda uno dei ragazzi del quartiere - erano le sue due passioni. Aveva la faccia da bonaccione, veniva da una famiglia agiata. Sapevamo tutti che l'anno scorso aveva tentato il suicidio ma sembrava che avesse superato tutto. Lei era piena di vita, non si sarebbe mai buttata di sua spontanea volontà. La loro era una storia da liceali come ce l'abbiamo tutti. I suoi genitori non sapevano neppure che lo frequentava ancora".
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