Lombardia

Green Hill: ecco le incredibili torture denunciate dalla Lav

Redazione Ansa

Ecco gli elementi di prova indicati dalla Lav contro Green Hill:

  • L'esorbitante numero di decessi di cani, che avveniva per mancanza di cure idonee: 6023 beagle morti tra il 2008 e il 2012. Secondo il veterinario Moriconi, consulente del PM, almeno 40 cani, stando alla documentazione esaminata, sono stati uccisi senza reale necessità

  •  Un unico veterinario doveva occuparsi di quasi 3000 cani, e dalle h18 alle 7 del mattino gli animali erano letteralmente abbandonati a loro stessi anche se malati. I beagle non venivano adeguatamente curati (es. emblematico il caso citato dal PM di un cucciolo affetto da diarrea emorragica, curato con una pomata per gli occhi!)

  • Beagle soppressi con inalazioni di isoflurane o iniezioni di Tanax somministrati senza pre-anestesia, causa di indicibili sofferenze

  • Il comportamento dei veterinari ASL che andavano a controllare la struttura era evidentemente doloso.

  • La prassi di preavvisare le ispezioni della ASL a Green Hill era sedimentata e le ispezioni erano fatte in modo sommario. Il PM ha definito “superficiali” i controlli dell'istituto Zooprofilattico di Brescia. Mai nessuno è andato a verificare come e perché morivano i cani lì dentro

  • Incompletezza di verbali e registri di Green Hill: ad es. il registro di carico/scarico dei cani non era conforme, dunque impossibile sapere con esattezza quanti beagle erano presenti

  •  L’uso di segatura scadente per le lettiere, causa di diversi decessi di circa 104 cuccioli, nonostante i dipendenti abbiano sempre negato; nello stesso manuale di Green Hill era previsto come intervenire in tali casi, con procedure molto dolorose

  • La foto agghiacciante di un dipendente di Green Hill, con un beagle morto e il cervello di fuori, che sorridente alza il dito medio 

  • Lo sfruttamento delle fattrici (la teste Giachini, veterinaria Asl, ha ammesso che Green Hill utilizzava anche fattrici di 8 anni di età) 

  • L’intenzione da parte di Green Hill di approfittare dell’introduzione nella struttura di alcuni manifestanti durante le proteste del 28 aprile 2012 per “sopprimere un numero maggiore di beagle con rogna demodettica"

  • La mancanza di aree di sgambamento per i cani

  • La promiscuità degli animali e il frequente contatto con le feci

  • La pratica di ammansire i cani appendendoli ad un’imbracatura per fargli perdere ogni cognizione sensoriale.

  • Il fattore ambientale:
    1) l’interno dei capannoni non era biologicamente puro (requisito per animali destinati ad esperimenti), tanto che l’impianto d’areazione aspirava aria dall’esterno
    2) il caldo e l’umidità (accentuata fino al 65% nel capannone n.3 dall’acqua che veniva gettata sul tetto) erano un fattore di stress per gli animali e concausa di problemi sanitari (es. rogna, diarrea)

  • Il rappresentante legale di Green Hill Ghislane Rondot, secondo i messaggi di posta elettronica acquisiti dal PM, cercò di chiedere all’FBI di spiare gli animalisti impegnati nelle proteste contro l'allevamento di beagle perché la società temeva che fra gli addetti si potesse infiltrare una “talpa” incaricata di passare informazioni e immagini compromettenti dall'interno dell'allevamento alle associazioni e alle Istituzioni che chiedevano a gran voce la chiusura della struttura.
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