"Mi dispiace per lui, mi scuso, ero in stato confusionale per l'alcol e volevo soltanto spaventarlo". E' quanto ha detto, nell'interrogatorio davanti al gip, Josè Emilio Rosa Martinez, il ragazzo che giovedì scorso ha quasi amputato un braccio al capotreno con un machete. Lo ha riferito l'avvocato Alessio Mantuano.
Restano in carcere i tre giovani accusati dell'aggressione con un machete di un capotreno e di un suo collega l'altra notte e sono accusati di tentato omicidio. Si tratta di Jackson Jahir Lopez Trivino, ecuadoriano di 20 anni con permesso di soggiorno scaduto, Josè Emilio Rosa Martinez, 19enne di El Salvador, che è ritenuto l'autore materiale, colui che ha colpito col machete il capotreno Carlo Di Napoli e Alexis Ernesto Garcia Rojas. Quest'ultimo era in affidamento in prova ai servizi sociali a una Comunità a Segrate (Milano) nella quale quale risultava irreperibile. Garcia Rojas era stato arrestato nell' operazione 'Marenos' dell'ottobre 2013 e ha precedenti per associazione per delinquere, lesioni e rapina. La detenzione era poi stata commutata, anche perché al tempo dei fatti il ragazzo era minorenne, in affidamento. Gli altri due erano già coinvolti nell'operazione contro la gang MS13 dell'ottobre 2013.
Sulla geografia delle efferate gang di latinos che da Los Angeles sono arrivate in Italia oggi su 'Repubblica' scrive un articolo Roberto Saviano.
L'aggressione dopo aver bevuto alcolici - L'aggressione a colpi di machete al capotreno di Trenord alla stazione di Villapizzone, a Milano, sarebbe avvenuta al termine di una serata trascorsa a bere alcolici in un parco. E' quanto emerge dalle prime ricostruzioni sul ferimento del 32enne Carlo Di Napoli, che ha rischiato di perdere un braccio per colpa di un giovane sudamericano appartenente alla gang latina MS13. I due arrestati - il 20enne ecuadoriano Jackson Jahir Lopez Trivino e il 19enne salvadoregno Josè Emilio Rosa Martinez - avrebbero bevuto molta vodka in un parco in zona Certosa assieme a un gruppo di altre 7-8 persone, tra cui una ragazza. Sarebbero saliti alla fermata precedente a quella di Villapizzone, dove poi una parte è scesa lasciando sul treno solo quattro. In quel momento si è avvicinato il capotreno per chiedere i biglietti e, secondo quanto riferiscono fonti investigative, il salvadoregno ha sferrato il colpo per "difendere" l'amico dalla richiesta. Infatti, sembra che solo uno su quattro avesse il titolo di viaggio. Il resto è noto: i quattro hanno colpito alla testa un altro ferroviere intervenuto per aiutare il collega e poi sono scappati. I due che poi sono stati arrestati, però, sono stati bloccati subito dopo in via Ernesto Teodoro Moneta, sotto il ponte Martin Luther King.
Il capotreno, riabbraccerò mia figlia -"Ho avuto molta paura, ma ora mi sento più sollevato: la cosa più importante e che potrò riabbracciare la mia bimba di 5 mesi". Così ha detto il capotreno aggredito al segretario lombardo del Pd Alessandro Alfieri che è andato a trovarlo all'ospedale di Niguarda.
"Si e' trattata di una lesione molto grave ma il braccio per il momento è salvo", affermano all'ANSA fonti dell'ospedale di Niguarda. L'uomo, che ha riportato la sub-amputazione del braccio sinistro, è stato sottoposto ad un intervento di otto ore con numerosi chirurghi specialisti. "Si è cercato di preservare la funzionalità dell'arto ma solo nei prossimi giorni si potrà sciogliere la prognosi se tutto è andato a buon fine".
"Questa è la notte più brutta e lunga della mia vita, mio marito è una roccia anzi la nostra roccia!". Lo ha scritto sulla sua bacheca di Facebook la moglie di Carlo Di Napoli, il capotreno che ieri è stato aggredito con un machete da un gruppo di ragazzi sudamericani alla stazione ferroviaria di Villapizzone, a Milano. "Non pensavo di essere circondata da così tante persone che ci vogliono bene! Grazie, io non mollo e neanche Carlo!", continua il messaggio della donna, che pochi mesi fa ha avuto un bambino con il ferroviere ferito.
L'altro ferroviere di 31 anni, che era libero dal servizio, è stato colpito alla testa intervenendo in soccorso del collega.
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