Un cavalcavia crollato, un tir ribaltato che crolla sulle auto che stavano passando sulla provinciale sottostante, una ancora incastrata sotto il ponte: è uno scenario apocalittico quello che appare alla luce delle fotoelettriche a poche ore dal cedimento della struttura sulla Milano-Lecco. Una tragedia che, al momento, fa contare almeno un morto e quattro feriti, ma il bilancio è ancora provvisorio, almeno fino a quando i vigili del fuoco non avranno rimosso la struttura crollata sulla provinciale sottostante la statale 36. I lavori sono proseguiti per tutta la notte, ed è stato estratto il corpo del pensionato rimasto ucciso, Claudio Bertini, di 68 anni. Anas e Provincia si rimpallano le responsabilità mentre è cominciata la rimozione delle gigantesche macerie crollate.
E' stata una tragedia evitabilissima, resa possibile da un esempio della più ottusa burocrazia: il ponte non doveva essere aperto alle 17.20, quando il camion con il trasporto eccezionale vi è passato causandone probabilmente il crollo: ben tre ore prima un addetto alla sorveglianza dell'Anas aveva dato l'allarme per la caduta di alcuni calcinacci. Ma la Provincia di Lecco, competente sul cavalcavia, ha chiesto, per chiudere la strada, un'ordinanza formale da parte dell'ente. Una procedura forse formalmente corretta ma che ha ritardato tragicamente la chiusura del ponte. Quando infatti è arrivato l'ispettore dell'Anas per l'ispezione 'visiva e diretta' era troppo tardi. Inutile, e anche beffarda, la decisione di chiudere solo una corsia del ponte. Sul disastro la procura di Lecco ha aperto un'inchiesta, probabilmente per omicidio colposo e disastro colposo. Una commissione d'inchiesta sarà istituita anche dal ministero delle Infrastrutture. Il viceministro Riccardo Nencini, che si è recato personalmente sul posto affermando che tutte le responsabilità "vanno accertate rapidamente e chi ha la responsabilità porti la pena delle responsabilità". Di sera il luogo è diventato la meta del triste pellegrinaggio della gente del posto: giovani, anziani, persino famiglie con bambini, venuti a vedere con i loro occhi quanto successo nel pomeriggio al ponte a pochi passi da casa. Erano passate da poco le 17, uno dei momenti di massimo flusso sulla già trafficatissima strada statale 36 che collega Milano a Lecco quando il ponte sulla strada provinciale 48 all' altezza Annone Brianza è crollato sotto il peso di un tir che trasportava bobine di acciaio.
L'autoarticolato e piombato sulla strada sottostante andando a schiacciare una punto rossa, il cui conducente e miracolosamente riuscito a riuscire con le sue gambe dall'auto. Di miracolati parlano anche i soccorritori per la madre il padre e il figlio di pochi anni che occupavano una Toyota nera che secondo le prime ricostruzioni è rimasta sospesa nel vuoto. Miracolato e anche l'autista dell'articolato trasportato in codice giallo all'ospedale di Lecco così come la famiglia che transitava sul ponte. L'unica vittima accertata al momento è il conducente dell'Audi bianca, rimasta schiacciata dal crollo del cavalcavia. Sul disastro pesa comunque l'incertezza delle ore precedenti. L'Anas ha più volte ribadito di aver chiesto alla Provincia la chiusura della provinciale SP49 nel tratto comprendente il cavalcavia. "Ma gli addetti della Provincia hanno richiesto un'ordinanza formale da parte di Anas che implicava l'ispezione visiva e diretta da parte del capocentro Anas - afferma l'ente - il quale si è attivato subito, ma proprio mentre giungeva sul posto il cavalcavia è crollato". "È stato inoltre accertato che il Tir che è precipitato dal cavalcavia provinciale - conclude la nota - era un trasporto di bobine di acciaio il cui notevole peso non è al momento noto". La vittima è Claudio Bertini, 67 anni. Abitava a Civate nel lecchese, ed era a bordo di una delle vetture rimaste schiacciate dal ponte precipitato sulla carreggiata sottostante. All'ospedale di Lecco sono stati invece portati l'autista del tir, un bulgaro di 50 anni, e, miracolati, una coppia insieme alla loro figlia di 12 anni.
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