(ANSA) - ROMA, 9 NOV - "Avevo trentanove anni quando arrivai da lui la prima volta. Mi era appena stato diagnosticato un linfoma non Hodgkin, lo stesso male che aveva portato via mio padre in sei mesi.
"L'ho sempre sentito molto affettuoso nei miei confronti e per me è stato naturale coinvolgerlo un po' nella mia vita, in particolare in quella professionale. Ogni tanto, con la scusa di fare il punto su come stavo, ci sentivamo e parlavamo anche del mio lavoro", dice Sala. Per la chiamata di Letizia Moratti a Palazzo Marino come direttore generale "è stato uno dei pochi cui ho chiesto un consiglio e lui mi aveva suggerito di accettare. Era molto convinto del fatto che l'esperienza nel pubblico fosse importante nella formazione di un individuo: mi ripeteva sempre che anche per una scelta di servizio aveva lui stesso accettato di fare il ministro".
L'appoggio c'è stato anche per Expo e per la corsa a sindaco di Milano, prosegue Sala. Veronesi, conclude, è stato un "tutor.
Credo che volesse esercitare su di me proprio un ruolo di tutoraggio, di guida, di riferimento. E quello per me è stato: un punto di riferimento".
(ANSA).
Sala, ero malato, mi ha cambiato la vita
'Per me è stato un tutor, un punto di riferimento'