L'autopsia eseguita ieri sul cadavere del romeno ucciso a Casaletto Lodigiano ha accertato che l'uomo è stato ucciso da una rosa di pallini da fucile da caccia esplosa da distanza ravvicinatissima. La circostanza è stata confermata oggi in Procura. Il procuratore capo di Lodi, Domenico Chiaro, ha spiegato che nelle indagini saranno coinvolti "al più presto anche il Ris o altri esperti balistici. Vogliamo avere al più presto riscontri balistici" ha detto. Nel frattempo sono proseguiti i rilievi all'Osteria dei Amis di Casaletto Lodigiano. La volontà degli investigatori è quella di ricostruire l'esatta dinamica dei fatti. "Certo che non sarebbe male - ha commentato Chiaro - se i malviventi che stiamo cercando si facessero vivi per raccontarci la loro versione di come sono andate le cose".
Sarà interrogato di nuovo giovedì prossimo a Lodi dagli inquirenti Mario Cattaneo, l'oste-tabaccaio di Gugnano di Casaletto Lodigiano, titolare dell'Osteria dei Amis dove, lo scorso venerdì notte, è stato ucciso da una rosa di pallini di fucile da caccia un ladro che si era introdotto per rubare sigarette. Da verificare quelle che sin dall'inizio il procuratore di Lodi, Domenico Chiaro, ha definito "contraddizioni" nel racconto dell'imprenditore. Ieri sono state trovate tracce di sangue sulla cancellata che ha scavalcato il ladro, prima di morire un centinaio di metri dopo. Una circostanza che potrebbero aiutare a ricostruire la dinamica di quanto è accaduto. Vi è poi testimonianza di una persona che ha riferito di aver sentito due colpi d'arma da fuoco mentre Mario Cattaneo, i suoi famigliari e altri testimoni hanno sempre parlato di un solo colpo.
Il caso di Mario Cattaneo, il ristoratore che a Casaletto Lodigiano ha ucciso un ladro che aveva rubato nella sua Osteria dei Amis, continua a scaldare gli animi tanto che il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, che è stato a cena nel locale, chiama a raccolta la piazza a Verona per il prossimo 25 aprile per chiedere di rafforzare il concetto di legittima difesa, affermando che "un Paese che non si difende non è un Paese libero". Lunedì si è tenuta l'autopsia sul corpo del romeno ucciso e, in attesa dei primi risultati (il consulente ha chiesto 60 giorni per quelli definitivi) si è appreso che alcuni dei pallini della rosa esplosa da Cattaneo sono rimasti nella schiena della vittima, mentre altri sono fuoriusciti: segno che il colpo è stato esploso da distanza ravvicinata. Quel "fantasma" ha un nome: si chiama Petre Ungureanu, romeno di 32 anni. A dargli un nome il fratello Victor, operaio in Svizzera. Sabato mattina è stato raggiunto dalla telefonata di uno sconosciuto che, sbrigativamente, e con la raccomandazione di non fare domande, lo avvertiva di quanto successo. Dal telefono usato per la telefonata poche speranze di avere spunti investigativi. Victor, cristiano ortodosso, ora dice che la sua famiglia "perdona davanti a Dio il signor Cattaneo perché vuole giustizia e non vendetta".
Gli accertamenti proseguono ma, avverte il procuratore lodigiano, Domenico Chiaro, "non perché vogliamo a tutti i costi un processo, ma perché la legge lo impone". Lo impone alla luce delle "contraddizioni" iniziali in cui sono incorsi Cattaneo, i suoi famigliari e alcuni testimoni. E qui fa capolino un giallo: un teste afferma che, alle 3 e 40 di quella notte, ha sentito due colpi. Tutti gli altri parlano di uno. E chiarire la circostanza se il teste abbia capito male, non sarà facile. Cattaneo, all'arrivo dei carabinieri, avrebbe parlato sì del furto, ma avrebbe detto di aver sparato solo dopo che gli era stato chiesto conto dei lividi sul braccio. Il fucile, nel frattempo, era stato riposto nel mobile di sicurezza in cui sono custodite le altre armi del ristoratore con la passione per la caccia. Anche gli accertamenti balistici potrebbero non fugare i dubbi. Rimane poi il sangue trovato sulla inferriata che il ladro avrebbe lasciato mentre, forse con l'aiuto dei complici, la scavalcava per fuggire. Anche questo potrebbe aiutare a chiarire la dinamica di quanto accaduto. Rimane infine da capire che cosa sia accaduto quando Cattaneo ha aperto con forza la porta che dà sul cortiletto in cui in quel momento si trovavano i ladri. Il ristoratore afferma che un malvivente ha afferrato la canna del fucile per disarmarlo. L'oste sarebbe caduto e, in quel momento, sarebbe partito il colpo.
"Io e la mia famiglia perdoniamo Mario Cattaneo davanti a Dio: non vogliamo vendetta ma solo giustizia". Così si è espresso Victor Ungureanu, fratello di Petru, il romeno di 28 anni ucciso nella notte tra giovedì e venerdì dopo aver consumato un furto nell'osteria Dei Amis di Casaletto Lodigiano. Il fratello delle vittima ha parlato ai microfoni della Rai fuori dall'istituto di medicina legale di Pavia dove era in corso l'autopsia sul corpo del fratello.
Il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, è stato a cena all'Osteria dei Amis, dove la notte tra giovedì e venerdì scorsi il titolare, Mario Cattaneo, ha ucciso, dopo una colluttazione, un ladro che si era introdotto nel locale con alcuni complici.