Tragedia familiare a Como: un uomo di nazionalità marocchina di 49 anni avrebbe volontariamente appiccato il fuoco all'abitazione in cui viveva con quattro bimbi di età compresa tra i 3 e i 12 anni. Poi si sarebbe ucciso. Per le ustioni e le intossicazioni riportate nel rogo, i figli sono morti successivamente in ospedale.
Si è salvata la moglie del marocchino, una donna di cui non è ancora stata resa nota l'età. Si sa solo che la donna ultimamente era stata ricoverata in una struttura di Como per problemi psichiatrici. Da tempo la famiglia era seguita a Como dai servizi sociali.
Inspiegabili al momento le ragioni del gesto. Il 118 e i Vigili del fuoco, intervenuti nell'abitazione all'ultimo piano di una palazzina di San Fermo della Battaglia, avrebbero trovato l'appartamento invaso dal fumo, e masserizie accatastate all'ingresso. Le bambine, soccorse immediatamente, sono state portate in tre ospedali diversi: due all'ospedale Sant'Anna di Como, una al Valduce di Como, la quarta all'ospedale di Cantù.
"So che la famiglia era in difficoltà economiche tanto che in alcune occasioni io stessa ho portato loro dei generi alimentari e 12 litri di latte: lui si mise quasi a piangere". Lo racconta una amica di famiglia, Agnes, una donna straniera che vive a Como, le cui figlie vanno all'asilo che frequentava anche la bimba di 5 anni.
"Lui si dava da fare tantissimo - dice ancora Agnes che abita poco più avanti - cercava di lavorare in tutti i modi, da quando con la sua attività le cose andavano male. Io non so molto di loro ma so che già nel giugno scorso quando ho invitato i suoi figli a una festicciola delle mie bambine lui mi disse che la moglie era ricoverata. So anche che aspettava la risposta di un giudice, ma non so bene su cosa esattamente. All'asilo, però, le maestre chiedevano sempre alla bimba come andasse a casa, perché tutti sapevano che la famiglia era in grosse difficoltà".
"Stamani alle 7,30 sono uscito dalla palazzina a fare due passi e non mi sono accorto di niente. Rientrando però ho sentito dei condomini che urlavano, mi sono precipitato fino all'appartamento in fiamme e a quel punto, con un badile, abbiamo spaccato la porta". E' il racconto ti Reza Nasir, un iraniano che vive da molti anni in Italia e che abita nella stessa palazzina. "Il papà era un uomo molto dignitoso - racconta il signor Reza -. Da un po' di tempo, da quando la moglie era stata ricoverata per depressione, stava sempre con i bambini. Era davvero premuroso ma so che ha avuto problemi sul lavoro per via delle sue assenze dovute proprio alla necessità di accudire i 4 figli. Ma il sociale dov'è?". "Quando si è spalancata la porta subito il fuoco si è ravvivato con una grande fiammata - racconta ancora - e c'erano pezzi di legno e di carta che andavano a fuoco subito dietro la porta".
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