Attilio Fontana, candidato presidente della Lombardia per il centrodestra, si scusa per aver parlato nei giorni scorsi di 'razza italiana'. "Sulla parola razza ho già detto che mi sono espresso male e non volevo offendere nessuno. È stato un errore di comunicazione e non so nemmeno come sia uscita quella sbagliatissima frase che non rientra nel mio vocabolario. Non volevo dirla. Se non faccio esperienza da questo errore mi ritiro perché sarei un pistola".
"Ho usato un'espressione sbagliata - ha detto ancora - e di questo mi dolgo. Si è trattato - ha ammesso - di un'espressione infelice", anche se "credo che questa immigrazione incontrollata rischi di creare gravi problemi in futuro al nostro Paese. Questo - ha aggiunto - è quello che volevo dire". "Credo - ha detto ancora Fontana - che la cosa più sbagliata sia lasciare che chiunque possa entrare senza un controllo, senza una programmazione che dica che lavoro faranno, che scuola seguiranno, che servizi sociali potranno assisterli. Così è una follia che ritengo pericolosa per il nostro futuro e il futuro dei nostri figli. Se eletto - ha detto ancora - pretenderei dal governo centrale che si organizzasse e presentasse un progetto dicendo come, dove e quanti immigrati intende far entrare. Spero - ha proseguito Fontana - che il popolo italiano si renda conto della necessità di riaffidare il governo al centrodestra". Quanto ai 5 stelle, per il candidato del centrodestra "se messi alla prova - ha sottolineato - creerebbero non pochi problemi al nostro Paese"
Già ieri c'era stato un un parziale dietrofront di Fontana. "Ho detto - sottolinea a Tgcom24 - fin dall'inizio che ho usato un'espressione inopportuna ma il problema deve essere affrontato". A 'Fatti e misfatti' su Tgcom24 ha comunque ricordato che "dovrebbe anche cambiare la Costituzione perché è la prima a dire che esistono razze".
Da subito, Matteo Salvini lo aveva difeso, escludendo un passo indietro del candidato governatore.
"Dobbiamo proteggere i valori che condividiamo da europei - ha commentato il vicepresidente della Commissione Ue Frans Timmermans -: siamo tutti uguali, non dipende dalla razza o dalla religione. Credo che il pericolo per l'Europa non venga da altri paesi o altre religioni, ma dalla paura che ispira troppo spesso l'esclusione degli altri". "Questa paura fa parte della nostra storia europea - ha aggiunto - la grandissima vittoria avuta dopo le due guerre è che i diritti umani sono fondamentali per i nostri Paesi". "Se uno crede ai diritti umani il razzismo non è accettabile da nessuna parte", ha concluso.
LA VICENDA
A Radio Padania il candidato presidente della regione Lombardia Attilio Fontana aveva detto, salvo poi correggersi, che L'Italia non può "accettare tutti" gli immigrati. "Qui non è questione di essere xenofobi o razzisti, ma è questione di essere logici o razionali". "Non possiamo - ha sostenuto l'ex sindaco di Varese - perché tutti non ci stiamo, quindi dobbiamo fare delle scelte. Dobbiamo decidere se la nostra etnia, se la nostra razza bianca, se la nostra società deve continuare a esistere o se deve essere cancellata".
Qualche ora dopo, Fontana ha tentato di aggiustare il tiro: "È stato un lapsus - ha detto - un errore espressivo: intendevo dire che dobbiamo riorganizzare un'accoglienza diversa che rispetti la nostra storia, la nostra società".
"E' una scelta - aggiunge Fontana - se una maggioranza degli italiani dovesse dire 'dobbiamo auto-eliminarci', vuol dire che dobbiamo andare da un'altra parte". Rispondendo a un ascoltatore che lo interpellava sulla questione immigrazione, Fontana ha detto che "viviamo una realtà che è anche questa irracontabile". "Uno Stato serio dovrebbe progettare e programmare anche una situazione di questo tipo - ha proseguito il candidato presidente della Lombardia -. Dovrebbe dire quanti riteniamo giusto accoglierne e quanti immigrati non vogliamo fare entrare, come li vogliamo assistere, che lavori dare loro, che case o scuole dare loro. A quel punto quando un governo fa un progetto di questo genere lo sottopone ai suoi cittadini". Secondo Fontana, non ha senso "fare il discorso demagogico e assolutamente inaccettabile per cui dobbiamo accettarli tutti". "E' un disegno a cui bisogna reagire, a cui bisogna ribellarsi - ha concluso l'esponente leghista -. Perché non possiamo accettarli tutti, perché se dovessimo accettarli tutti, non ci saremmo più noi come realtà sociale, come realtà etnica. Perché loro sono molti più di noi e molto più determinati nell'occupare questo territorio. Qui non è questione di essere xenofobi o razzisti, ma è questione di essere logici o razionali".
LA REPLICA DI GIORGIO GORI: Campagna elettorale: c'è chi parla di forconi e razza bianca. Noi parliamo di formazione, lavoro, crescita, Europa": in questi termini il candidato alla presidenza della Regione Lombardia per il centrosinistra Giorgio Gori replica su Facebook alle affermazioni sui migranti del suo sfidante del centrodestra Attilio Fontana.
Sulla questione Gori si appella agli elettori lombardi: "Scegliete voi. #FareMeglio si deve, senza isterismi e demagogia".
SALVINI DIFENDE FONTANA: Matteo Salvini si schiera però con Fontana. "Al governo - dice il leader della Lega - normeremo ogni presenza islamica nel Paese. Esattamente come in tempi non sospetti ha sostenuto Oriana Fallaci, siamo sotto attacco, sono a rischio la nostra cultura, società, tradizioni, modo di vivere. E' in corso un'invasione, a gennaio sono ripresi anche gli sbarchi. Il colore della pelle non c'entra e c'è un pericolo molto reale: secoli di storia che rischiano di sparire - dice Salvini - se prende il sopravvento l'islamizzazione finora sottovalutata".
"Berlusconi dice che siamo peggio dei post comunisti, che loro sono moderati e noi estremisti.. ma dopo la frase di Fontana sulla razza bianca siamo sicuri che sono loro i moderati? Se loro sono moderati allora io sono Gandhi", ha detto il candidato premier M5s Luigi Di Maio a Un Giorno da Pecora su Radio Uno dove chiede: "vogliamo sapere se Fontana resta il loro candidato alla presidenza" della Lombardia.
In Lombardia "ci aspettavamo un dibattito alto, bello, nobile, sui contenuti. E invece il candidato della destra, leghista, parla di "razza bianca" e di invasioni - ha scritto su Facebook il segretario Pd Matteo Renzi -. Noi insieme a Giorgio Gori parliamo di innovazione e capitale umano. Siamo una squadra che sceglie il futuro, non la paura. Altro che farneticanti dichiarazioni sulla "razza bianca": il derby tra rancore e speranza è la vera sfida che caratterizzerà il 4 marzo, in Lombardia come nel resto del Paese".
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