(ANSA) - MILANO, 15 APR - Può il design aiutare a superare situazioni di disagio o costrizione? Come vive chi non ha scelto il proprio ambiente, non lo può cambiare e non può uscirne? Da queste domande di un gruppo di architetti milanesi e della Fondazione Allianz Umana mente, è nato il progetto "Furniture for All!", che vuole riprogettare gli spazi della quotidianità dei soggetti più fragili, come i bambini che devono restare nelle carceri insieme alle loro madri.
Il risultato viene presentato al FuoriSalone nella mostra 'Stanze sospese': un percorso didattico in cui sono riprodotte una stanza dell'ICAM - Istituto di Custodia Attenuata per le Madri di Milano - e una del carcere di Opera, così come sono ora e come diverrebbero una volta allestite con gli arredi di "FurnitureforAll!, in plastica riciclata adattabile e capace di ripensare le condizioni abitative di chi, minore o non, è costretto a vivere in contesti di recupero o reclusione.
Al Fuori Salone 'stanze sospese' reclusi
Progetto 'furniture for all' riproduce cella com'è e come sarà