Nessuna sospensione dell' affidamento terapeutico 'definitivo' per Fabrizio Corona. Lo ha deciso il Tribunale di Sorveglianza di Milano respingendo la richiesta della Procura generale che chiedeva che l'affidamento tornasse ad essere 'provvisorio', in attesa della decisione della Cassazione a cui ha fatto ricorso l'Avvocato generale Nunzia Gatto per chiederne la revoca e, dunque, che l'ex agente fotografico torni in carcere.
I giudici (presidente Gaetano La Rocca) hanno bocciato la richiesta di 'sospensiva', accogliendo le tesi del legale di Corona, l'avvocato Antonella Calcaterra, e confermando che Corona può rimanere in affidamento 'definitivo', come era stato deciso a fine novembre scorso. Nel frattempo, comunque, come si è saputo ieri, la Procura generale di Milano ha presentato alla Sorveglianza una nuova richiesta di revoca della misura alternativa alla detenzione, citando tra le presunte violazioni anche l'episodio del cosiddetto 'boschetto della droga' di Rogoredo. Questa istanza dovrà essere discussa in udienza.
Ieri, infatti, davanti ai giudici della Sorveglianza (relatore Calzolari) si è discussa l'istanza con cui l'Avvocato generale Nunzia Gatto aveva chiesto di sospendere, in attesa della Cassazione, l'ordinanza con cui il Tribunale il 30 novembre scorso aveva confermato, rendendolo 'definitivo', l'affidamento terapeutico concesso all'ex 'fotografo dei vip' per scontare la pena residua per le sue condanne definitive.
Tra i vari punti, messi in rilievo nella richiesta di 'sospensiva', il pg aveva elencato numerose violazioni dell'affidamento e delle misure di prevenzione, ad esempio, per i 35 mila euro incassati per un'ospitata e non dichiarati. I giudici, invece, hanno dato ragione alla difesa spiegando che mancano "i presupposti di legge" per sospendere l'affidamento 'definitivo' e non c'è alcun "periculum in mora", ossia nessun 'danno' nel percorso di Corona può verificarsi in attesa che la Cassazione fissi l'udienza per discutere sull'istanza di revoca dell'affidamento della Procura generale e poi decidere.
Due mesi fa, i giudici avevano deciso di confermare per Corona l'affidamento terapeutico, come chiesto dal legale Calcaterra, parlando anche di esito "positivo" del suo percorso.
Nel frattempo, però, la Procura generale ha anche chiesto per la seconda volta in pochi mesi il ritorno in carcere dell'ex agente fotografico perché, tra le altre cose, lo scorso 10 dicembre è andato nel 'boschetto della droga' di Rogoredo, alla periferia sud di Milano, a fare "l'agente provocatore", a fingere di acquistare stupefacenti, malgrado tra le prescrizioni del suo programma ci sia il divieto di frequentare tossicodipendenti. Per discutere su quest'ultima richiesta si attende la fissazione di un'udienza alla Sorveglianza.