"Non hai mai smesso di trasmettere tutto ciò che per te valeva la pena trasmettere. Nel mio momento più buio ci sei stato".
Con la lettera, apparsa sul profilo Facebook l'8 luglio scorso, uno degli ultimi giorni di vita del padre, Federica parla dei suo "mille ricordi" e di "quanto vissuto con te" : racconta di quando lei bambina sedeva sulla canna della "tua bicicletta azzurra" con le mani strette al manubrio "come mi dicevi tu, per non cadere e non sbilanciarci". E poi i giorni dell'asilo , le "prime versioni di latino tradotte insieme" con "il tuo aiuto magico per il maledetto Isocrate e per i filosofi greci" e il periodo dell'Università. Le "gite sui monti della nostra Courmayeur, i litigi, le sgridate, l'ultima pochi giorni prima del matrimonio". E poi ricorda ancora Federica i momenti in cui il padre le è stata al fianco "amorevole", quando nacque la sua primogenita e quando ebbe un problema di salute.
"Mi manca il tuo arguto senso critico - si legge in chiusura -, che si parlasse di filosofia, letteratura, musica, storia e arte. Mi manca il suono de tuo pianoforte che giace orfano del tuo talento, come orfani siamo noi. Papà vorrei averti potuto e saputo dare tutto quello che mi hai dato, per sempre".
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