Accelera l'inchiesta milanese sui presunti fondi russi alla Lega, esplosa sui media a luglio con la pubblicazione sul sito americano BuzzFeed dell'audio dell'ormai famoso incontro nella hall dell'albergo moscovita Metropol tra tre italiani, tra cui l'ex portavoce di Matteo Salvini, Gianluca Savoini, e tre russi. Ieri per diverse ore è stata sentita come testimone una giornalista russa che ha conosciuto, quando è stato a Mosca più volte, lo stesso Savoini, anche presidente dell'associazione LombardiaRussia.
Nel frattempo, poi, i pm hanno in mano una serie di registrazioni, tra telefonate, audio 'vocali' e tracce di colloqui, per ricostruire i preparativi a quel meeting e le stesse trattative che erano già in corso. L'incontro nell'hotel, a cui hanno preso parte anche l'avvocato Gianluca Meranda e l'ex bancario Francesco Vannucci, sarebbe servito, infatti, per discutere di una compravendita di petrolio che avrebbe dovuto garantire, attraverso un sconto di almeno il 6% su un affare da 1,5 miliardi di dollari, soldi, ossia 65 milioni (stando all'audio di cui sono venuti in possesso due giornalisti de 'l'Espresso' e consegnato ai pm) al Carroccio per la campagna elettorale per le ultime Europee, ma anche tangenti ad almeno un funzionario di Mosca. "Non ho mai visto un rublo, un euro, un dollaro o uno yen. Ritengo che avere buoni rapporti con la Russia sia una questione intelligente per chiunque", ha ribadito, intanto, l'ex ministro Salvini.
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