(ANSA) - MILANO, 10 LUG - Non è facile raccontare la morte,
la paura, il terrore, la malattia, la distruzione di un mondo,
l'annullamento dei rapporti sociali. Non in astratto, in
concreto.
Il libro (160 pagine, 12.90 euro), pubblicato da Typimedia
Editore, è stato scritto in presa diretta da chi ha messo nero
su bianco - inviato di 'Bresciaoggi' e un passato al Corriere
della Sera - centinaia di articoli sugli effetti della pandemia,
sulla disperazione, sulle famiglie coinvolte, sulle bare, le
cremazioni, sulla dissoluzione di ogni certezza. Sulle tante
storie dirette e indirette del Covid, quelle che piacciono tanto
ai media verrebbe da dire, ma che Spatola ha descritto con stile
asciutto trattenendo la sofferenza personale e la voglia di
fuggire da un'inferno.
Il 'viaggio' nell'epicentro della pandemia lombarda - almeno
5 mila persone morte secondo i dati ufficiali, ma le vittime
sono molte di più, e oltre 25 mila contagiati - dice che Bergamo
e Brescia, due province confinanti che per cultura e
imprenditorialità sono il cuore pulsante della regione note per
l'antagonismo e il campanilismo, hanno messo da parte ogni
competizione e hanno fatto squadra come è tipico della cultura
lombarda e italiana quando è necessario. Nell'occhio del ciclone
è stato descritto tutto l'orgoglio e la forza di reazione di una
comunità plurale ferita ma non uccisa. (ANSA).
Giuseppe Spatola racconta inferno e realtà del Covid
Esce 'La Storia del Coronavirus a Bergamo e Brescia'