(ANSA) - MILANO, 15 GEN - La protesta dei ristoratori
italiani arriva anche al Don Lisander di Milano, storico
ristorante nella centralissima via Manzoni aperto dal 1947. "Io
apro" si legge in un cartello esposto all'entrata
dell'esercizio, ma per oggi è un'apertura simbolica con luci
accese, tavoli preparati, ma cucina chiusa, mentre invece da
domani il locale sarà aperto ai clienti a pranzo e a cena e si
registrano già delle prenotazioni.
"La gente non ne può più, vuole uscire - ha detto Stefano
Marazzato, proprietario del locale -. Mi devono spiegare perché
all'autogrill si può andare e al ristorante no. Siamo ammassati
alle poste o al supermercato, ma i locali devono rimanere
chiusi".
La richiesta del ristoratore è quella di capire il motivo per
cui "alcune categorie devono essere massacrate e considerate
responsabili di una pandemia, quando poi vengono create delle
sacche di privilegio che possono continuare a percepire lo
stipendio".
Da domani, dunque, il Don Lisander sarà aperto: "Ho aderito con
piacere all'iniziativa "io apro". È arrivato il momento di far
vedere che l'intero settore dell'ospitalità deve essere preso in
considerazione in maniera corretta. Non siamo il settore da
penalizzare per arginare il virus, perché i fatti smentiscono le
decisioni prese dal governo", ha continuato Marazzato. "Aprendo
posso garantire un compenso ai miei dipendenti e anche ai
fornitori. Bloccare il settore dell'ospitalità significa fermare
un quarto del Pil italiano".
Al proprietario del Don Lisander si sono uniti anche Monica
Brioschi e Marco Fuzier, del ristorante Boeucc: "Noi non apriamo
perché la nostra struttura è molto grande ed è una spesa
impegnativa, ma appoggiamo Stefano al 100%" hanno raccontato.
"Siamo vincolati alla nostra clientela che è molto business e
con lo smart working il parco utenti è diminuito dell'80%: è
difficile fare numeri così. Andiamo in appoggio dei colleghi e
vedremo cosa accadrà nelle prossime ore. (ANSA).
Covid: Don Lisander Milano da domani aperto a clienti
Proprietario ristorante, tavoli prenotati, gente non ne può più