A Milano è sfida a 13 per le prossime elezioni comunali. Tanti sono i candidati che si sono presentati per l'appuntamento elettorale del 3 e 4 ottobre, con 28 liste a loro sostegno. Ma la partita vera si gioca tra i due sfidanti: quello di centrosinistra, Giuseppe Sala, sindaco in carica e quello di centrodestra, il pediatra Luca Bernardo, volto della società civile.
Punta ad una riconferma dopo cinque anni di governo della città il sindaco, Giuseppe Sala, che ha otto liste che lo sostengono. Oltre al Pd ci sono i Riformisti, i Radicali, Milano Unita, la lista civica Beppe Sala, quella Milano in salute, Europa Verde e Volt, ma la sua campagna è stata nel segno dell'indipendenza dai partiti. Sala è dato come favorito da molti dei sondaggi, alcuni dei quali lo indicano come possibile vincitore già al primo turno. La sua è stata una campagna elettorale quasi sempre dai toni pacati, senza rispondere punto su punto all'avversario, che si è svolta nei quartieri cittadini senza la presenza dei big della politica nazionale. Tanto che il sindaco uscente ha dichiarato che non chiuderà la campagna con un comizio finale o un evento in piazza. Dopo cinque anni di governo, il suo obiettivo è rilanciare la città nel post Covid: tra i punti del suo programma elettorale c'è quello della città a 15 minuti, parola chiave poi è quella della sostenibilità per una Milano sempre più verde. In campo per il centrodestra, sostenuto da Lega, Fratelli d'Italia, Forza Italia e Milano Popolare, c’è il pediatra Luca Bernardo, volto della società civile.
La sua candidatura è stata ufficializzata a luglio, dopo mesi di toto-nomi sui possibili candidati e dopo la rinuncia a correre di Gabriele Albertini, ex sindaco di Milano che Matteo Salvini avrebbe voluto di nuovo candidato. La campagna di Bernardo, che ha dovuto scontare il fatto di essere meno conosciuto dello sfidante Sala, si è svolta spesso al fianco dei big del centrodestra, in particolare del leader della Lega, Salvini, che è arrivato molte volte in città per sostenere il candidato. Così come Giorgia Meloni che ha tenuto un evento sabato scorso in piazza Duomo a una settimana dal voto. Non sono mancati nella coalizione i momenti di tensione con il pediatra che ha minacciato le dimissioni se non fossero arrivati i fondi per la campagna elettorale promessi dai partiti. Al centro del suo programma elettorale c'è il tema che è un cavallo di battaglia del centrodestra, quello della sicurezza, con l'assunzione di nuovi vigili urbani, l’abolizione di Area B, la ztl che impedisce l’ingresso in città delle auto più inquinanti, e un ritorno all'Ecopass dell'era Moratti.
A Milano il Movimento 5 Stelle punta a inaugurare un nuovo corso con la manager del digitale Layla Pavone, sostenuta da Giuseppe Conte che spera di recuperare consensi in una città dove non hanno mai riscosso grandi risultati. Nel suo tour elettorale in giro per l’Italia Conte è arrivato anche a Milano per sostenere la manager, la cui candidatura è arrivata tardi rispetto alle altre dopo che è sfumata la possibilità di un’alleanza con il centrosinistra. In corsa per le elezioni del 3 e 4 ottobre ci sono poi due esponenti 'no vax' e 'no Green pass’' il senatore Gianluigi Paragone, ex del Movimento 5 stelle, che si presenta per Italexit e Teodosio De Bonis, che con il Movimento 3 V porta avanti la filosofia no vax.
Sono cinque i candidati a sinistra di Sala, di cui tre che si rifanno espressamente alla galassia comunista: oltre a Gabriele Mariani, esponente della Rete dei comitati milanesi e di Milano in Comune, e a Bianca Tedone di Potere al Popolo, ci sono Natale Azzaretto del Partito comunista dei lavoratori, Marco Muggiani del Partita comunista italiano e Alessandro Pascale del Partito comunista.
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