Lombardia

Aereo precipita sopra una palazzina nel Milanese, virata anomala dopo il decollo e poi la richiesta di rientro

Il pilota ha chiesto un "vettore" cioè uno spazio per rientrare verso l'aeroporto

Redazione Ansa

C'è anche lo "stallo del motore" tra le ipotesi al vaglio di inquirenti e investigatori che indagano sull'incidente aereo di ieri alle porte di Milano. Da quanto apprende l''ANSA, a parlare di blocco è stato uno dei tecnici dell'Enav che si occupa del caso, sulla base dei filmati delle telecamere di sorveglianza della zona, in cui si vede il velivolo precipitare ad altissima velocità con il muso a 90 gradi e disintegrarsi sull'edificio. Da quel video, i cui fotogrammi dovranno essere analizzati dalla polizia scientifica, non risulta il motore in fiamme.

Dall'aereo privato precipitato ieri alle porte di Milano non sarebbe arrivata, nel corso delle comunicazioni 'terra-bordo-terra' tra il pilota e il Centro di controllo radar di Linate, alcuna segnalazione di emergenza, né relativa ad un'avaria o a problemi al motore né legata al maltempo. E non ci sarebbe, dunque, alcuna evidenza nelle comunicazioni, stando a quanto riferito all'ANSA da fonti qualificate, di problematiche riferite dal pilota in merito alla deviazione dalla rotta 'standard'.

Sul fronte delle conversazioni radio acquisite dalla Torre dell'aeroporto di Linate, la Questura ha confermato che "dai nastri emerge che il pilota è stato contattato dal controllo di volo per una difformità nel tracciato e alla domanda degli operatori se volesse fare un cambio di rotta ha risposto in modo affermativo concordando una nuova rotta, causa maltempo". Giuseppe Schettino ha aggiunto che è stato sequestrato "tutto il possibile immaginabile" e che adesso però si deve passare alla fase delle analisi "che potrebbe anche essere lunga". La palazzina andata in fiamme, ieri, è vigilata dalla Polizia, che ha isolato una parte del terminal con le fermate di bus e pullman che sono state spostate di alcune centinaia di metri, in una rotatoria adiacente a via Marignano. La pioggia battente della mattinata ha comunque tenuto lontano i curiosi e nel vicino capolinea della linea gialla della metro tutto procede normalmente.

Si è lavorato tutta la notte, alla luce delle lampade fotoelettriche, sul luogo dello schianto dell'aereo da turismo che ieri, dopo il decollo da Linate, è precipitato su una palazzina in ristrutturazione in via Marignano, a Milano, al confine con San Donato Milanese (Milano). Gli ultimi vigili del fuoco sono tornati in sede stamani alle 7, mentre sul posto rimane la Polizia Scientifica per i rilievi e la Polizia Locale per impedire l'accesso alle aree coinvolte dall'incidente aereo, che ha provocato 8 morti: pilota, copilota, cinque adulti e un bambino.

Gli uomini della sala radar si sono accorti che, pochi minuti dopo la partenza da Linate, il Pilatus precipitato ieri stava virando verso destra in modo anomalo invece di procedere verso sud e hanno ricevuto una comunicazione dal pilota, il quale pronunciò una frase del tipo "little deviation (piccola deviazione, ndr)", ma senza il motivo o allarmi specifici. Poco dopo avrebbe chiesto un "vettore", ossia uno spazio per rientrare verso l'aeroporto. Dopo meno di un minuto la traccia è sparita dal radar perché l'aereo ha iniziato a scendere in picchiata. Lo ha appreso l'ANSA da fonti qualificate.

Secondo quanto riferito dalla Polizia Locale oltre a presidiare l'area dello schianto e dell'incendio, e a gestire la chiusura di un ampio tratto di via Marignano, al momento è vietato l'accesso a un parcheggio d'interscambio dell'Atm (la società dei trasporti milanese) e parte del grande spiazzo dove si trovano le banchine dei mezzi di superficie, abitualmente affollate di viaggiatori, che sono state spostate. La palazzina su cui è precipitato il velivolo, infatti, si trova molto vicino al cosiddetto 'parcheggio dei bus' antistante alla metro MM3 San Donato.

Tra le vittime il figlio 30enne dell'imprenditore romeno, Dan Stefan Petrescu, e sua moglie, di 65 anni. Con loro anche un imprenditore italiano, Filippo Nascimbene, lombardo di 33 anni, con la moglie, il figlio piccolo e la suocera, che sono invece francesi. L'aereo, decollato da Linate era diretto a Olbia. La procura di Milano procede per disastro colposo.

Immediatamente le fiamme hanno avvolto la palazzina di due piani in via 8 ottobre 2001, angolo via Marignano, a pochi passi dalla sede dell'Eni di San Donato e dal capolinea della metropolitana gialla di Milano. 

"L'impatto è stato devastante": lo ha spiegato Carlo Cardinali, funzionario dei vigili del fuoco di Milano, accorsi immediatamente a San Donato Milanese (Milano). 

L'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv) ha aperto un'inchiesta e disposto l'invio di un'investigatore sul posto. Secondo quanto ricostruito finora dall'agenzia, "il velivolo PC-12 marche di identificazione YR-PDV, era decollato da Linate alle 13:04 con destinazione Olbia. L'aereo ha colpito un edificio stabile e si è incendiato". 

Tra le vittime c'è un ricco immobiliarista romeno  - Era considerato uno degli uomini più ricchi della Romania Dan Petrescu, proprietario e pilota dell'aereo che si è schiantato contro una palazzina a San Donato Milanese (Milano). Aveva 68 anni, doppia cittadinanza tedesca e romena, ed era uno dei principali investitori nel settore immobiliare del suo paese. Tra le vittime suo figlio di 30 anni, Dan Stefan Petrescu, indicato inizialmente alla guida dell'aereo, nato a Monaco di Baviera e anche lui con doppia cittadinanza, e sua moglie, di 65 anni, nata in Romania con cittadinanza francese. Con loro altre 5 persone ancora da identificare, compreso il bambino probabilmente di pochi anni.

I nomi delle vittime, due italiani - Sono due i nuclei familiari coinvolti nell'incidente aereo avvenuto a San Donato Milanese (Milano) con due vittime italiane: Filippo Nascimbene, 33 anni di origini pavesi ma residente a Milano, e il figlio Raphael, nato nel capoluogo lombardo nel 2020. Madre di Raphael e moglie di Nascimbene è Claire Stephanie Caroline Alexandrescou, 34 anni, nata in Francia, sull'aereo così come sua madre Miruna Anca Wanda Lozinschi, romena di 65 anni con cittadinanza francese. L'altra famiglia coinvolta è quella dei Petrescu, con il padre Dan, 68 anni, il figlio Dan Stefan, 30 anni, entrambi con doppia nazionalità romena e tedesca, e la moglie Regina Dorotea Petrescu Balzat, 65 anni. L'ottava vittima è Julien Brossard, 36 anni, amico canadese di Dan Stefan Petrescu. La Polizia ha precisato che in attesa di ufficialità derivata dalle comparazioni dei profili genetici e considerando l'assenza di una lista passeggeri ufficiale, queste sono le otto plausibili vittime.

IL RACCONTO DEI TESTIMONI

"L'aereo aveva un motore in fiamme ed è venuto giù in picchiata, non si sono viste manovre, ma è proprio precipitato", così alcun testimoni che hanno visto l'aereo precipitare

"Ho sentito un aeroplano che stava per cadere, con le eliche che si fermavano, poi ho sentito le finestre tremare e, come nei film, sono andato alla finestra e ho visto una colonna di fumo alzarsi",  racconta un ragazzo che abita a poche decine di metri dalla palazzina contro cui si è schiantato l'aereo. Attorno all'area, ci sono ancora i soccorritori che stanno coprendo con dei teli i resti delle 8 vittime.

"Ho visto un aereo perdere il controllo, l'ho visto proprio mentre si é schiantato. L'ho visto cadere in picchiata. L'aereo era basso. E poi molto fumo, le fiamme. In cielo volavano dei pezzi", è il racconto di Andrea, 19 anni. "Mi sono molto spaventato - ha aggiunto - Poi sono arrivati polizia e carabinieri. La strada fortunatamente era libera, non c'era nessuno". 

 

 


   

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