(ANSA) - MILANO, 18 MAR - A lungo trascurate o dimenticate,
grazie all'attività critica degli ultimi anni, sono state
riscoperte le artiste dell'astrazione, le cui opere sono
protagoniste, da domani al 29 maggio della mostra 'Astratte.
Donne e astrazione in Italia 1930-2000', organizzata dal Comune
di Como e curata da Elena Di Raddo nelle sale settecentesche di
Villa Olmo a Como.
La storia dell'arte astratta infatti è una storia
sostanzialmente al maschile, scardinata nel 1980 dalla mostra
'L'altra metà dell'avanguardia', a cura di Lea Vergine, che per
la prima volta, portò alla luce le artiste dimenticate.
Il percorso espositivo parte da pioniere come Carla Badiali e
Bice Lazzari, che ebbero un legame stretto con Como, che negli
anni Trenta aveva visto nascere un cenacolo di artisti che
insieme al gruppo del Milione di Milano, costituiva l'unico vero
centro di ricerca astratta italiano. Nella sezione
Segno/Scrittura le opere di Carla Accardi, Irma Blank e Betty
Danon definiscono una via nuova all'astrazione, mentre Geometrie
comprende opere di Fernanda Fedi, Tilde Poli, Carol Rama che nel
segno della geometria rinnovano la ricerca stessa. Luisa
Albertini, Marion Baruch, Renata Boero, Gabriella Benedini,
lavorarono sui pigmenti, sui materiali della scultura
tradizionale, come su quelli più moderni, mentre Franca Ghitti,
Maria Lai, Luisa Lambri, Lucia Pescador e Claudia Peill alla
fine degli anni Settanta sentirono la necessità di riflettere
sull'eredità dell'avanguardia.
Nella sezione Corpo/Azione/Re-Azione Carmengloria Morales e
Maria Morganti raccontano il legame tra l'atto del dipingere e
il corpo. L'ultima parte del percorso è invece dedicata al
secondo dopoguerra, con Dadamaino e Nanda Vigo, che usano
materiali nuovi come il neon. (ANSA).
Apre Astratte. Donne e astrazione in Italia 1930-2000
Dal 19 marzo al 29 maggio a Villa Olmo, a Como