Il cadavere di una donna fatto a pezzi e abbandonato in sacchi dell'immondizia all'inizio di un burrone, lungo una strada di passaggio che collega due valli e due province, la Vallecamonica nel Bresciano e la Val di Scalve nella Bergamasca. Qui, pochi metri dopo il cartello stradale che segna il confine, a Paline, piccola frazione di Borno, un passante ha fatto la macabra scoperta allertando immediatamente le forze dell'ordine e dando il via ad un'inchiesta per omicidio.
Solo però gli accertamenti medici potranno dare risposte alle tante domande degli inquirenti. Secondo le prime indagini non risulterebbero recenti denunce di donne scomparse tra Brescia e Bergamo, ma non può essere escluso che il delitto sia avvenuto anche in province diverse e sia stato scelto questo spicchio di terra bresciana solo per occultare il cadavere. Lungo una strada interna frequentata solo da locali e "dove la notte una persona può fare qualsiasi cosa perché non passa anima viva", racconta chi ci abita. Nel corso del sopralluogo del mattino i carabinieri della compagnia di Breno e i vigili del Fuoco hanno prelevato materiale presente nella scarpata dove erano stati gettati i sacchi. Sarà analizzato per valutare eventuale compatibilità con il caso. Si tratta di un'area, tra rovi e arbusti, diventata nel tempo una sorta di discarica a cielo aperto con residenti nelle zone vicine che gettano rifiuti che poi vengono inghiottiti dalla vegetazione. "Tra qualche settimana quei sacchi non si sarebbero nemmeno più visti tanto sta crescendo la vegetazione" dice chi abita nella frazione di Borno che conta in tutto 75 residenti. Una vicenda che rimanda ad un altro caso di cronaca nera che aveva coinvolto la provincia di Brescia, quello dei coniugi Aldo e Luisa Donegani, uccisi nell'estate del 2005 e fatti pezzi nel garage di casa dal nipote Guglielmo Gatti - condannato in via definitiva all'ergastolo - che gettò i resti dei parenti sempre nella stessa zona a cavallo tra Brescia e Bergamo, al Passo del Vivione.
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