(ANSA) - MILANO, 20 AGO - E' una vicenda poco chiara quella
che in Kenya ha portato alla sentenza di condanna in primo grado
all'ergastolo per un cinquantenne italiano, Paolo Camellini,
originario di Goito, in provincia di Mantova, accusato di aver
abusato sessualmente di un bimbo di 3 anni, figlio adottivo
dell'ex moglie keniana, sposata sei anni prima e da cui si è poi
separato, pur continuando a frequentarla. Come riportano media
nazionali segnalando la condanna, la denuncia presentata dalla
donna risale allo scorso 15 febbraio.
Così l'avvocato Isaac Odero che segue il delicato caso, in
costante contatto con l'Ambasciata d'Italia a Nairobi, è
convinto della non colpevolezza del suo assistito e ha
annunciato che presenterà ricorso in appello. "Le evidenze che
hanno portato a questa sentenza hanno numerose lacune - spiega
Odero all'ANSA -, il medico non ha dato dettagli convincenti
sugli eventuali danni subiti dal bambino e non è stata
consegnato alla corte nessun esame che rilevasse Dna estraneo su
di lui". Camellini è un assiduo frequentatore del Paese
africano. Ha conosciuto la donna keniana, Brenda, una decina
d'anni fa e l'ha portata in Italia, dove i due si sono sposati
legalmente. Dopo la separazione, Camellini ha continuato a
mantenere la donna, anche quando ha scoperto che lei aveva
adottato il piccolo. "E' una sentenza assurda - racconta la
sorella Federica, che vive a Brescia - Paolo non sarebbe in
grado di compiere un atto del genere". (ANSA).
'Abusi su un minore', ergastolo a un italiano in Kenya
Il legale: 'Sentenza piena di lacune, faremo ricorso'
