(ANSA) - MILANO, 18 NOV - Le "organizzazioni mafiose" sono
"industrie della protezione privata", nella sua "forma più
minacciosa che fa affidamento sulla capacità, se necessario, di
usare la forza". Un'industria "che per la 'ndrangheta ha un nome
commerciale che può essere speso con successo anche in Brianza".
Lo scrive il gup di Milano Guido Salvini nelle motivazioni della
sentenza con cui a ottobre ha condannato con rito abbreviato 4
persone, tra cui Domenico Larocca (10 anni di reclusione), "uomo
di fiducia" di Michele Oppedisano, presunto boss della cosca
Pesce radicata in Brianza, già condannato dopo il famoso blitz
'Infinito' del 2010 e nipote di Domenico Oppedisano, "Capo
Crimine della 'ndrangheta" in Calabria.
Un'inchiesta dei pm della Dda Paola Biondolillo e Sara Ombra
dalla quale, come si legge nelle motivazioni, è emerso il
meccanismo "dell'estorsione-protezione" nei confronti di un
gruppo di promotori finanziari. Sistema grazie al quale i clan
si approfittano "del bisogno fingendo di aiutare ad affrontarlo,
ma poi volgendo quasi interamente la situazione a proprio
favore". Il gup ricostruisce la "doppia trappola" nella quale
sono finiti tre promotori finanziari e anche una cena nel
ristorante milanese dell'ex calciatore Giuseppe Sculli (non
indagato in questa indagine), "il cui nome è più volte emerso in
indagini su tali ambienti criminosi", che sarebbe servita per
siglare l'accordo "sulla protezione".
Michele Oppedisano, che ha scelto il rito ordinario, è stato
mandato a processo (prima udienza il 15 dicembre a Monza) per
associazione mafiosa, estorsione e altri reati. Nell'abbreviato
riconosciute provvisionali di risarcimento per l'associaizone
Wikimafie, col legale Marco Griguolo, da sempre "impegnata" nel
contrasto al "radicamento" delle mafie in Lombardia. (ANSA).
'Ndrangheta, gup: in Brianza industria protezione-estorsione
Motivi condanne clan Oppedisano. Anche una cena da ex calciatore