(di Bianca Maria Manfredi)
(ANSA) - MILANO, 07 DIC - Nulla contro la cultura e il popolo
russo, ma contro il suo regime: la prima della Scala con Boris
Godunov, capolavoro del russissimo Modest Musorgskij, è stata
una occasione per ribadire la posizione politica dell'Italia e
dell'Europa dopo l'attacco all'Ucraina da parte di Vladimir
Putin. E per confermare, se ce ne fosse bisogno, l'apprezzamento
del Paese nei confronti del Capo dello Stato salutato quest'anno
con una standing ovation ed oltre cinque minuti di applausi al
suo ingresso nel palco centrale, in una replica di quanto
accaduto lo scorso anno quando il pubblico gli chiese a gran
voce un 'bis' al Quirinale.
Mentre la responsabilità della guerra - ha sottolineato - va
attribuita al governo di quel Paese non certo al popolo russo o
alla sua cultura".
Lontano l'eco dei pochi ucraini scesi oggi per protestare in
piazza, dove c'erano anche centri sociali, Cub e Cobas.
Cancellata ogni traccia dell'imbrattamento con vernice sulla
facciata degli ambientalisti di Ultima Generazione, è rimasto
solo l'invito di Morgan a Meloni di ascoltarli e qualche leggera
coda di polemiche. Come quella per le parole del sottosegretario
Vittorio Sgarbi nei confronti del sovrintendente Dominique Meyer
bollato come "straniero". "Per la prima volta ho sentito questa
parola dura, 'straniero', mi ha ferito" ha commentato Meyer, che
però ha tenuto più di tutto a parlare dello spettacolo che
"resterà a lungo nella memoria". Di certo resterà il tributo a
Mattarella. "Anche se un po' ce lo aspettavamo, rimaniamo sempre
stupiti da questo grande calore verso il nostro presidente - ha
spiegato il sindaco Giuseppe Sala - Anche la presidente Ursula
von der Leyen è rimasta colpita". (ANSA).
Alla Scala una Prima politica, che omaggia Mattarella
Von der Leyen, non lasciamo che Putin distrugga la Russia
