Luca Ruffino non aveva nessuna malattia grave. Dall'autopsia eseguita questa mattina sul corpo del presidente di Visibilia Editore, che si è sparato nella sua abitazione lo scorso sabato a Milano, non sarebbe emerso "nulla di rilevante".
Lo stesso Ruffino, in uno dei sei bigliettini scritti a mano, aveva parlato di "tensioni e sofferenze" accumulate negli ultimi anni "che hanno saturato i miei spazi". Ai figli, ai quali ha fatto sapere di aver lasciato disposizioni testamentali "che arriveranno", il presidente di Visibilia Editore e di Sif Italia, nonché amministratore condominiale che gestiva oltre 80mila immobili, ha chiesto di dimenticarlo "presto" esprimendo gratitudine per la vicinanza mostrata e augurando loro "ogni bene". Con un messaggio indirizzato anche ai condòmini, affinché continuino a fidarsi della società. Nessun riferimento a Visibilia, né all'inchiesta in corso sulla società fondata dalla ministra Daniela Santanchè, le cui quote erano state rilevate proprio da Ruffino nell'ottobre del 2022. L'imprenditore non era indagato né era mai stato sentito dai pm. Gli investigatori della squadra mobile, coordinati dalla procura di Milano, hanno sequestrato il pc, il cellulare e le chiavette di Ruffino. Da lì potrebbero emergere nuovi dettagli sulle motivazioni che lo hanno spinto al suicidio. Esclusa la grave malattia, non ci sono invece dubbi sulla volontarietà del gesto. I figli Mirko e Mattia, "distrutti" dal dolore per un suicidio "al quale non riusciamo a dare alcun senso", confidano nell'attività della Procura affinché emergano utili elementi di comprensione. Auspicando che sulla vicenda venga mantenuto "lo stretto riserbo, nel doveroso rispetto della persona e del dolore di tutti coloro che gli hanno voluto bene".
L'autopsia su Luca Ruffino, non aveva gravi malattie
Il presidente di Visibilia Editore si è tolto la vita sabato sera