Lombardia

Va in pensione Guido Salvini, giudice indipendente e curioso

A Milano fu giudice su Piazza Fontana. 'Mai iscritto a correnti'

Va in pensione Guido Salvini, giudice indipendente e curioso

Redazione Ansa

(ANSA) - MILANO, 13 DIC - "Quello che ho sempre cercato di fare è avere cura dei processi piccoli come di quelli grandi, che danno visibilità, perché per l'imputato comune quel piccolo processo è il 'suo' processo". Sta in queste parole tutta la sensibilità, l'interesse, la curiosità "umanistica" che Guido Salvini ha messo in più di 40 anni di lavoro in magistratura.
    Storico giudice milanese, indipendente nel senso di una "indipendenza personale", anche perché, come ha sempre detto, si "è tenuto lontano dalle correnti" e non ha mai avuto brama "di incarichi direttivi", compiuti i 70 anni lunedì scorso ora è in pensione. E pronto a portare avanti quell'impegno "storico e culturale sui temi della giustizia e della 'memoria' e della riflessione sul nostro recente passato", che lo ha visto sempre tenere lezioni e dibattiti in scuole, università, sedi comunali e associazioni culturali e giovanili. E a lavorare ancora nelle Commissioni parlamentari, come quella Antimafia.
    Entrato in magistratura nel 1982, si è occupato, prima come giudice Istruttore e poi come gip, di inchieste sull'eversione di destra e di sinistra, più recentemente di terrorismo internazionale e poi a Cremona dell'indagine sul calcio-scommesse. E di nuovo a Milano dell'infiltrazione delle mafie al nord e di indagini riguardanti fenomeni sociali, come le curve ultrà e i 'trapper'.
    "I momenti più coinvolgenti di questi quarant'anni - ricorda Salvini - sono stati certamente gli anni del terrorismo durante i quali con altri colleghi siamo riusciti a convincere centinaia di giovani ad abbandonare la lotta armata e a reinserirsi nella società. Così come sono state coinvolgenti, per me che ero studente all'epoca dei fatti, le indagini che hanno consentito di dare una paternità storico-giudiziaria alla strage di piazza Fontana".
    "Credo che i giovani colleghi di oggi siano molto preparati - spiega ancora - ma non basta conoscere le sentenze della Cassazione né fare bene i tre temi in un concorso per essere un buon giudice. Serve curiosità, conoscenza del mondo, sensibilità, capacità di parlare con gli avvocati e le parti e una cultura generale e spesso queste doti oggi sono insufficienti". (ANSA).
   

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