Lombardia

Palestinesi d'Italia, 'grazie a Ghali per sue parole'

Il presidente Api al presidio pro Palestina di Milano

Redazione Ansa

(ANSA) - MILANO, 11 FEB - Un ringraziamento a Ghali per le parole pronunciate sul palco di Sanremo è arrivato dal presidio in solidarietà con la Palestina organizzato davanti alla stazione Centrale, a Milano, diciannovesimo appuntamento dal 7 ottobre in città.    "Applaudiamo Ghali per la sua posizione a favore dei palestinesi - ha detto dal palco il presidente dell'associazione palestinesi di Italia Mohammad Hannoun - e per le sue parole chiare contro lo sterminio".
    Nei vari interventi è stato sottolineato il contenuto del brano portato in gara da Ghali, "Casa mia", che è poi risuonato nel piazzale, affollato da centinaia di persone. Ai partecipanti gli organizzatori hanno poi chiesto un minuto di silenzio per le piccole vittime del "genocidio in corso a Gaza".
    Inizialmente per oggi era previsto un corteo ma "per dimostrare la nostra solidarietà alle forze dell'ordine, che sono impegnate per la partita del Milan - ha detto Hannoun - e ci hanno chiesto di rimandarlo, abbiamo deciso di fare un presidio". Tante le bandiere, da quelle palestinesi a quelle di Cambiare rotta, Unione Popolare, rete dei comunisti e Prc. "Condannare il genocidio a Gaza dà tanto fastidio alla lobby sionista che chiunque lo faccia, come ha fatto Ghali a Sanremo, viene etichettato come antisemita": lo ha detto Mohammad Hannoun, presidente dell'associazione palestinesi di Italia, che oggi è scesa in piazza, a Milano, per la 19esima settimana di fila da quando è iniziato il conflitto israeliano-palestinese. "È arrivato il momento di denunciare queste lobby e queste frottole, Ghali - ha sottolineato Hannoun - non ha attaccato gli ebrei, ha parlato del genocidio in corso, del crimine in atto contro donne, bambini, ospedali. È giunta l'ora di svegliarci da questo incubo e di denunciare l'aggressione delle lobby sioniste. Sanremo è stato un buon segnale per il risveglio delle coscienze". "Ghali ha avuto un gran coraggio - è l'opinione della 21enne attivista Falastin - chissà quante cose non poteva dire per contratto, eppure con le sue parole e la sua canzone, anche a rischio di rovinarsi la carriera, è riuscito a far arrivare il messaggio contro il genocidio a milioni di persone".

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