Lombardia

Presidio in Statale, 'Franzini un ingranaggio della macchina'

Attesa per il Senato accademico, tenda davanti all'ingresso

Redazione Ansa

(ANSA) - MILANO, 27 MAG - All'università Statale di Milano, dove va avanti l'acampada degli studenti, è stato organizzato un presidio per ribadire che l'ateneo "deve prendere una posizione chiara e rescindere gli accordi con le Università israeliane". I ragazzi hanno poi sfilato in corteo all'interno della struttura di via Festa del perdono senza particolari tensioni, anche se alla fine hanno lanciato dei lacrimogeni e hanno ostruito l'ingresso principale con una tenda e lo striscione in inglese: 'Giù le mani da Rafah, cessate il fuoco ora'.
    Il corteo è arrivato in concomitanza con la seduta del Senato accademico chiesta e ottenuta dagli studenti con all'ordine del giorno proprio gli accordi con le università di Israele. "Il rettore Elio Franzini - hanno spiegato gli studenti - aveva la possibilità di stare dalla parte giusta della storia, invece sarà ricordato come un ingranaggio di questa macchina".
    La Procura di Milano oggi ha aperto un fascicolo con l'ipotesi di reato di "occupazione abusiva", al momento senza indagati, sulla 'acampada' degli studenti che, a partire dal 10 maggio scorso, hanno piantato delle tende a sostegno del popolo palestinese. Sulla questione gli studenti preferiscono il silenzio. Qualora il Senato accademico accogliesse le loro richieste, hanno assicurato, valuteranno anche di smobilitare le tende.
    "Se invece gli accordi non vengono recisi - hanno aggiunto - valuteremo il da farsi in assemblea". "La corte penale internazionale ha emesso un mandato d'arresto d'arresto nei confronti di Netanyahu e Gallant, primo ministro e ministro della Difesa israeliani - hanno proseguito -. Se Franzini ha fiducia nella giustizia, allora ci chiediamo perché collabora con ricercati per crimini di guerra. Se non ha fiducia in queste misure, ci chiediamo perché va avanti contro i suoi stessi studenti: ci sembra un comportamento ipocrita". Ad ogni modo "indipendentemente dalla risposta del Senato accademico credo che le mobilitazioni continueranno", ha concluso Jessica di Cambiare Rotta, perché il problema "non riguarda solo la Statale ma tutte le Università italiane".
    (ANSA).
   

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