Lombardia

L'evaso da Bollate era in officina

Sappe, 'fuga premeditata, carceri "aperti" non funzionano'

Redazione Ansa

(ANSA) - MILANO, 23 GIU - E' riuscito ad allontanarsi dal blocco del carcere di Bollate (Milano) dove ha sede l'officina regionale presso la quale era applicato, il detenuto di etnia rom e origini campane, scomparso dal penitenziario ieri mattina intorno alle 10, e che ha fatto perdere le proprie tracce. La Polizia penitenziaria se ne sarebbe accorta solo intorno alle 22, durante la "conta" dei detenuti che avrebbero dovuto rientrare in cella. Da un successivo controllo della cella in cui il detenuto, (fine pena nel 2032) era ristretto, gli agenti hanno scoperto che tutti i suoi effetti personali erano spariti, segno che l'evasione è stata sicuramente premeditata.
    "L'evasione di ieri riapre la ferita delle condizioni della struttura di Bollate - ha commentato il segretario Sappe per la Lombardia Alfonso Greco - e quindi l'inefficienza di un'amministrazione che, nonostante le continue segnalazioni, continua ad ignorare le problematiche".
    "Sono già in corso le operazioni di polizia per assicurare la cattura dell'evaso - ha aggiunto il segretario nazionale Sappe Donato Capece - si riparta da questa evasione per porre fine all'onda lunga dello smantellamento delle politiche di sicurezza dei penitenziari attuato nel passato. Smembrare la sicurezza interna delle carceri con vigilanza dinamica - ha proseguito - regime aperto ed assenza di Polizia penitenziaria ha infatti favorito inevitabilmente gli eventi critici, che sono costanti e continui". (ANSA).
   

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