(ANSA) - MILANO, 11 LUG - Una "lettera-appello al
legislatore" è stata inviata da un gruppo di urbanisti,
architetti, giuristi e costituzionalisti ai componenti della
commissione della Camera, che sta discutendo gli emendamenti al
decreto "salva-casa", affinché "non lo trasformino in un condono
'salva-Milano'", ossia in un "colpo di spugna che cancelli" le
inchieste aperte dalla Procura milanese sull'urbanistica e su
decine di progetti immobiliari avviati, secondo i pm, violando
le normative.
Le indagini hanno accertato che palazzi e grattacieli sono
stati realizzati o stanno per esserlo "con permessi rilasciati o
ottenuti in violazione delle disposizioni di legge statale e
regionale".
"Chiediamo perciò con forza - scrivono i firmatari che
lanciano un "segnale d'allarme" - che il Parlamento ribadisca
l'assoluta inderogabilità del decreto ministeriale 1444/68, che
costituisce un minimo, non un massimo, di dotazioni di servizi e
di verde necessari alla vita nelle città". C'è, poi, "l'obbligo"
di "ricorrere a strumenti attuativi chiari e al permesso di
costruire quando si mutano i carichi urbanistici". E le
"amministrazioni" sono chiamate "a tutelare i diritti di tutti e
non solo quelli degli operatori immobiliari, degli investitori e
degli speculatori".
Anche nel caso l'emendamento "salva-Milano" fosse approvato,
"non dovrà comunque riguardare il futuro", "fermo altrimenti
l'intento dei sottoscritti firmatari di avvalersi di ogni
strumento utile per opporsi alla preannunciata deriva, anche
nella convinzione che evidenti profili di illegittimità non
passerebbero indenni da una pronuncia della Corte
costituzionale". E ciò perché "non ci sono norme 'confuse' o
'contraddittorie' da 'interpretare': ci sono leggi fondamentali
da rispettare". (ANSA).
Giuristi a deputati, 'non azzerate le indagini sull'urbanistica'
Lettera anche di architetti e urbanisti contro il "salva Milano"