Lombardia

A Milano le rettrici a confronto sulla parità di genere

'Servono lavoro e indipendenza economica'

A Milano le rettrici a confronto sulla parità di genere

Redazione Ansa

(ANSA) - MILANO, 25 OTT - A Milano rettrici delle univeristà a confronto sul tema della parità di genere. All'incontro con il sindaco Beppe Sala e a rispondere alle domande degli studenti delle scuole superiori sono state Giovanna Iannantuoni (Bicocca), Donatella Sciuto (Politecnico), Marina Brambilla (Statale) ed Elena Beccalli (Cattolica). "Dobbiamo parlare di competenze e di talenti prima di tutto" ha evidenziato Iannantuoni. Ma la preoccupazione oggi è anche quella legata al lavoro. "Il nostro è l'ultimo tra i Paesi europei per la forza lavoro femminile attiva - ha aggiunto -, lavora una donna su due. Ci vuole il supporto anche da parte delle istituzioni". Un tema caro anche alla rettrice della Statale Marina Brambilla: "si parla tanto di diritti personali ma l'indipendenza delle donne passa da quella economica - ha detto - e dalla possibilità di essere attive nel mondo del lavoro. Le donne riescono ad essere protagoniste dove sono messe nelle condizioni di studiare come i loro compagni e Milano e la Lombardia possono essere un esempio".
    La rettrice della Cattolica, Elena Beccalli, è partita dai dati per raccontare il tema della parità di genere. "È stato evidenziato in molti studi internazionali che la presenza di diversità di genere nelle organizzazioni è fonte di valore, è una evidenza empirica - ha detto -. Le organizzazioni con più donne sono maggiormente orientate alla sostenibilità sociale e ambientale, alla innovazione tecnologia". E poi il tema dell'indipendenza economica: "Sull'inclusione finanziaria, ricordo che in Italia ci sono ancora donne che non hanno un conto corrente ed è come privarle di un diritto di cittadinanza.
    Servono programmi ad hoc per favorire la parità".
    Infine Donatella Sciuto, rettrice del Politecnico, ha raccontato come anche "la tecnologia può rappresentare un pregiudizio di genere. I sistemi di intelligenza artificiale sono sviluppati al 90% da uomini e quindi possono essere discriminatori, riconoscere la diversità è fondamentale". "Il talento delle donne c'è sempre stato ma se questo non emerge noi continueremo a pensare che uomini e donne hanno caratteristiche diverse - ha concluso - e che quindi le donne non possono fare ingegneria. Il cervello umano non è diverso tra uomo e donna".
    (ANSA).
   

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