Lombardia

Da Italo Rota a Enzo Baldoni 13 nuovi nomi al Famedio di Milano

Tra gli altri Maurizio Pollini, Giuseppe Turani e don Melesi

Redazione Ansa

(ANSA) - MILANO, 02 NOV - Il nome di 13 cittadine e cittadini che hanno dato lustro alla città di Milano sono stati iscritti oggi al Famedio del Cimitero monumentale. Si tratta di sette uomini e sei donne.
    Ci sono il giornalista ucciso in Iraq Enzo Baldoni, il commissario Luigi Calabresi, il pianista e direttore d'orchestra Maurizio Pollini, l'architetto Italo Rota. Poi la neuropsichiatra infantile Maria Alda Bencini, Irene Camber leggenda della scherma azzurra, Maria Bianca Cita, scienziata, geologa e paleontologa, la presidente di MiTo Anna Gastel, Don Luigi Melesi che è stato cappellano nel carcere di San Vittor, Franca Nuti, grande interprete del teatro italiano, la scienziata e coautrice della scoperta del Bosone di Higgs Laura Perini, il fondatore di Peck Angelo Stoppani, il giornalista Giuseppe Turani.
    Il sindaco Giuseppe Sala ha ricordato come "un aspetto che emerge con evidenza in questa cerimonia è che oggi, nel Famedio, celebriamo Milano, ma non dimentichiamo che Milano è l'Italia".
    "Milano in questi anni ha realizzato una grande trasformazione - ha rimarcato - ma ciò sarebbe poca cosa se non servisse al progresso dell'intera comunità nazionale. Le conquiste e i sogni delle donne e degli uomini che celebriamo in questo luogo sono le conquiste e i sogni che hanno fatto crescere e reso migliore l'intero Paese". La presidente del Consiglio comunale di Milano Elena Buscemi ha sottolineato come "gli sforzi di queste donne e di questi uomini, le loro virtù civiche sono testimonianze da custodire e tramandare alle future generazioni, poiché dalla loro conoscenza i nostri concittadini possano trovare spunti per rendere Milano più creativa, più bella, più innovativa, più giusta e più libera". Alla cerimonia tra i tanti parenti dei cittadini iscritti anche la vedova di Enzo Baldoni, Giusi Bonsignore. "Sono molto emozionata naturalmente - ha detto ai cronisti - e penso che per Enzo questo regalo che è stato fatto dalla città di Milano, che adorava questa città, è qualcosa di veramente molto importante.
    È un riconoscimento che serviva". (ANSA).
   

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