(di Gioia Giudici)
(ANSA) - MILANO, 04 NOV - Chiamarlo teatro per l'infanzia
sarebbe riduttivo: quella di Chiara Guidi, cofondatrice della
compagnia teatrale Socìetas Raffaello Sanzio, oggi Societas, è
una proposta che "scatena qualcosa di profondo dentro di noi,
noi adulti - spiega l'attrice, regista e drammaturga - entriamo
in uno spazio dove si nasconde qualcosa che intuiamo, ma non
riusciamo a mettere a fuoco fino in fondo". Quel mistero che
Guidi invita a esplorare con 'Il mostro di Belinda', il suo
nuovo spettacolo, in prima assoluta al Teatro Studio Melato, dal
7 al 17 novembre.
Tratto da varie versione de 'La bella e la bestia', a partire
da quella di Calvino, lo spettacolo è un percorso di scoperta e
accettazione del mostruoso da parte di Belinda, l'eroina della
fiaba, capace di far emergere il bene dall'oscurità, grazie
all'amore con cui accoglierà la Bestia.
"Il teatro per l'infanzia - premette il direttore del
Piccolo, Claudio Longhi - è una delle invenzioni sprecate del
teatro italiano, ha offerto stimoli e spunti importanti, ma è un
serbatoio di possibilità non sfruttato fino in fondo". Se i
bambini sono sempre stati "un pubblico fondamentale del teatro
di ricerca", aggiunge Guidi, è anche perché sono il tramite "per
dire cose agli adulti".
Così, per esempio, di fronte alla favola della Bella e la
Bestia, ciò che interessa a Guidi è "il contrasto presente in
entrambi che spinge a sentire la contraddizione dell'apparenza,
ciò che appare - sottolinea - chiede una profondità, ciò che è
riconoscibile chiede un interrogativo, non solo nella realtà
artistica ma in quella quotidiana. Perché ciò che ci appare
bello lo è? Secondo quali categorie?". Così il mostro è tale
perché ha una voce da mostro, un suono che apre a un modo di
giudicare la realtà per categorie, mentre la metamorfosi è
guidata dalla freccia di Cupido, che non a caso è un bambino, e
accompagnata dalla voci di altri bambini "in un'ambientazione in
cui il teatro è la casa della Bestia, dove può avvenire un
cambiamento, una trasfigurazione, qualcosa che - chiosa - ci
obbliga ad andare in profondità".
Ecco perché nel teatro di Guidi non ci sono quei tipici
ammiccamenti delle proposte per l'infanzia: "dire 'tanto sono
bambini' è una ferita fortissima, bambino è il tempo che verrà,
una possibilità di ribaltamento della società perché attraverso
i bambini noi recuperiamo l'essere vivi". E attraverso la voce
recuperiamo "la possibilità di vedere una cosa dietro un'altra
cosa. Devi sentire e vedere per andare oltre l'apparenza, che è
- conclude - il bisogno che abbiamo tutti". (ANSA).
Chiara Guidi, il teatro per l'infanzia per andare oltre
Il mostro di Belinda 'scatena qualcosa di profondo negli adulti'