Lombardia

Un campo profughi di passaporti al Museo di Santa Giulia

Apre 'Khalid Albaih. La stagione della migrazione a Nord'

Redazione Ansa

(ANSA) - MILANO, 08 NOV - Un campo profughi di tende rappresentate da grandi passaporti nel Museo di Santa Giulia, a Brescia: è il cuore della mostra 'Khalid Albaih. La stagione della migrazione a Nord', la prima personale in Italia dell'artista, curatore e attivista sudanese. I documenti sono quelli di sei persone provenienti da Afganistan, Gambia, Moldavia e Senegal e oggi residenti a Brescia, che Albaih ha conosciuto durante la sua residenza in città. All'interno delle "tende/passaporti" è possibile ascoltare le storie di queste sei persone e seguire, tramite una mappa d'artista, il loro viaggio per arrivare in Italia.
    Un viaggio che, nello spazio immersivo Bahr (in arabo "mare"), attraverso video ripresi da migranti e soccorritori, diventa anche la lotta di chi attraversa il mare per superare i confini.
    Il titolo della mostra, che apre domani 9 novembre, riprende l'omonimo romanzo dello scrittore sudanese Tayeb Salih, un'opera cardine per la cultura post coloniale. Filo rosso della riflessione dell'esule e dissidente Khalid Albaih - nato in Romania, cresciuto in Qatar, residente in Norvegia - è infatti l'indagine sulle diverse sfaccettature che caratterizzano, oggi, la "stagione della migrazione a Nord". Un percorso che a Brescia inizia con l'installazione Toub, che rievoca il cortile polveroso della centenaria casa di famiglia in Sudan, distrutta dalla guerra, per poi passare per Haboba, il nome con cui affettuosamente viene chiamata la nonna nelle famiglie sudanesi (da habibi, in arabo "il mio amore"), un'installazione che ricrea l'intimità dello spazio domestico, realizzata in collaborazione con gli artisti bresciani Marcello Gobbi e Davide Sforzini. Al centro della mostra, i disegni politici che hanno reso celebre Khalid Albaih, quando nel 2008 ha iniziato a condividere in rete i suoi lavori nella pagina social Khartoon! (combinando la parola "cartoon" con il nome della capitale del Sudan, Khartoum). I suoi lavori hanno attirato nel 2016 l'attenzione di Omar al-Bashir, capo del regime autoritario che ha governato il Sudan per quasi trent'anni, impedendogli di poter tornare liberamente nel suo paese d'origine. (ANSA).
   

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