"Nostro figlio Ramy verrà sepolto in Italia, a Milano, che era la sua città". Lo ha detto all'ANSA Yehia Elgaml, il padre del 19enne egiziano morto in sella a uno scooter guidato da un amico che non si era fermato a un posto di controllo dei carabinieri. Stamani a Milano sarà eseguita l'autopsia. "Ramy era più italiano che egiziano ormai - ha aggiunto il padre -, si sentiva milanese. Che senso avrebbe portarlo in Egitto, dove noi che siamo lontani non potremmo nemmeno andarlo a trovare?"
"Ramy starà qui con noi, al campo 3 del cimitero di Bruzzano" ha precisato il padre Yehia Elgaml. Nell'area cimiteriale nella periferia nord del capoluogo lombardo sono presenti 800 sepolture e un ossario, orientati verso la Mecca come prescrive la religione islamica. Intanto stamani sarà eseguita l'autopsia alla presenza anche dei legali dei due indagati, il 22enne tunisino che guidava lo scooter - dimesso dall'ospedale e ora ai domiciliari - e il vicebrigadiere che era alla guida dell'auto che ha dato vita all'inseguimento.
E' ancora ricoverato in gravissime condizioni in ospedale il giovane italiano, 22 anni e originario della Tunisia, che la notte tra sabato e domenica scorsi era alla guida dello scooter che, al termine di un inseguimento per non essersi fermato a un posto di blocco dei carabinieri, si è schiantato contro un muretto in via Quaranta, in zona Corvetto, a Milano. Nell'incidente è morto il passeggero, Ramy Elgaml, il 19enne egiziano. Il 22enne, da quanto risulta, in coma, ventilato meccanicamente, in attesa di un eventuale intervento è agli arresti domiciliari al Policlinico. Il gip Marta Pollicino, infatti, nei giorni scorsi ha convalidato l'arresto, per resistenza a pubblico ufficiale nei confronti del ragazzo e ha diposto i domiciliari a casa della sorella dove si trasferità quando sarà dimesso dall'ospedale milanese. Il giudice, che non ha ancora potuto interrogarlo, al momento non ha potuto dare esecuzione al provvedimento in assenza della firma dell'indagato.
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