Lombardia

Il pm chiede il giudizio immediato per il presunto killer di Sharon

La procura di Bergamo contesta anche l'aggravante della minorata difesa

Redazione Ansa

Giudizio immediato per Moussa Sangare.

 

È questa la richiesta avanzata dal pm di Bergamo Emanuele Marchisio nei confronti del trentenne arrestato per avere ucciso Sharon Verzeni, la giovane donna che ha accoltellato lo scorso luglio a Terno d'Isola, nella Bergamasca. Per lui l'accusa è omicidio pluriaggravato non solo dai futili motivi e dalla premeditazione, ma anche dalla minorata difesa della vittima per averla aggredita totalmente a sorpresa, nel cuore della notte e in un luogo a quell'ora deserto. Secondo l'inchiesta per cui ora Sangare rischia di andare a processo senza il filtro dell'udienza preliminare, Sharon sarebbe stata colpita poco prima dell'una tra il 29 e il 30 luglio, mentre stava facendo una passeggiata sotto le stelle e ascoltando la musica con le cuffiette. Sangare le si era avvicinato mentre lei era a pochi minuti di strada dall'abitazione che condivideva con il compagno, Sergio, e l'aveva aggredita di spalle, colpendola con quattro coltellate di cui tre mortali e senza che lei potesse difendersi.

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Moussa Sangare

 

Nato a Milano da genitori arrivati in Italia dal Mali, con precedenti per maltrattamenti nei confronti della madre e della sorella, il giovane è stato fermato un mese dopo il delitto, alla fine di agosto. A inchiodarlo, oltre alle telecamere di sorveglianza che hanno filmato la sua fuga, due testimoni di origine marocchina che lo avevano incrociato poco prima dell'omicidio in bicicletta e che lo hanno riconosciuto e pure una sagoma di cartone trovata nella sua abitazione e da lui usata per esercitarsi a lanciare i coltelli. Infine, oltre a una piccola traccia della vittima individuata mesi dopo sulla sua mountain bike, anche la confessione: ad armargli la mano, aveva detto nell'immediatezza del fermo, sarebbe stato un "feeling" o "mood" che lo avrebbe spinto a fare "qualcosa di male" senza un perchè e un bersaglio preciso. "Scusa per quello che ti sto per fare", avrebbe sussurrato prima di infierire sulla donna.

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I rilievi dei carabinieri

 

Per la gip di Bergamo Raffaella Mascarino, che ora dovrà decidere sulla richiesta di immediato, Sangare non avrebbe alcun problema mentale: "la lucidità mostrata nell'adottare tutta una serie di accorgimenti - aveva a scritto nel provvedimento di convalida del fermo e di carcerazione - sia nei momenti precedenti al delitto", quando ha vagato in giro fino a incontrare la 'preda' più fragile, "in quelli immediatamente successivi" e anche nei "giorni seguenti", durante i quali ha modificato la bici e si è tagliato i capelli, "evidenziano uno stato mentale pienamente integro". In più, la sera dopo il delitto ha partecipato a una grigliata con gli amici e il giorno dopo si è sbarazzato del coltello, sotterrandolo nei pressi di un argine dell'Adda perché voleva "avere memoria di quello che ho fatto", una sorta di souvenir. Un quadro che ha convinto la giudice a ritenere che si sia trattato di un omicidio commesso per "noia", da una persona priva di "stabile attività lavorativa" e permeata dai "valori trasmessi" da un genere musicale (il riferimento è al rap e alla trap) "che esalta la violenza, il sesso estremo, l'esigenza di prevalere" sugli altri.
   

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