Lombardia

A 80 anni dalla Liberazione Milano dedica mostra a Mauthausen

L'iniziativa dell'Aned alla Casa della Memoria fino al 2 marzo

Redazione Ansa

(ANSA) - MILANO, 14 GEN - In occasione dell'ottantesimo anniversario dalla Liberazione dei campi di concentramento, Milano dedica una mostra alla memoria di quello che accadde a Mauthausen, dove furono deportati dai nazisti quasi 200mila donne e uomini di oltre 50 nazionalità diverse. Oltre 90mila persone vi trovarono la morte. Di queste, oltre 4.500 erano italiani, la gran parte di loro deportati politici.
    "La storia dietro le immagini. Foto del campo di Mauthausen" è il titolo della mostra, presentata da Aned (Associazione Nazionale Ex Deportati nei campi nazisti) e visitabile negli spazi della Casa della Memoria dal 15 gennaio al 2 marzo 2025, a ingresso gratuito.
    "Le immagini e i documenti esposti in questa mostra non si limitano a essere testimonianze delle atrocità compiute in questi luoghi, ma si pongono come un monito imprescindibile, affinché la violenza e l'indifferenza non trovino più alcun spazio nella nostra società", ha commentato l'assessore alla Cultura del Comune di Milano, Tommaso Sacchi.
    Le immagini in mostra sono espressione di tre punti di vista diversi: fino alla liberazione del campo quello delle SS, mentre dal 5 maggio 1945 in poi lo sguardo è quello dei liberatori americani e degli ex-prigionieri. Le fotografie realizzate dalle SS, che avevano allestito un laboratorio specifico all'interno del campo, furono in parte distrutte per eliminare prove compromettenti. Tuttavia molti negativi si sono conservati grazie all'azione eroica di un gruppo di prigionieri spagnoli che, a rischio della propria vita, si impegnarono con l'obiettivo di rivelare al mondo ciò che accadeva nei lager. A Mauthausen i fotografi dell'esercito americano tentarono di esprimere attraverso le immagini lo shock provato in quei giorni.
    Queste immagini sono divenute emblematiche delle atrocità naziste e dei crimini commessi nei campi di concentramento. Vi è poi il punto di vista degli ex prigionieri. I loro scatti mostrano la progressiva riconquista da parte dei sopravvissuti delle proprie identità individuali e collettive, dopo essere stati a lungo umiliati, isolati e ridotti a numeri di matricola.
    (ANSA).
   

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