Lombardia

Centro Studi Cub, più di 4 morti sul lavoro al giorno nel 2024

Lombardia maglia nera. Montagnoli,meno sicurezza per risparmiare

Redazione Ansa

(ANSA) - MILANO, 14 GEN - Più di 4 morti sul lavoro al giorno nel 2024, 30 alla settimana, 123 al mese, per un totale di 1482 a fronte di 1446 nel 2023. Sono questi i numeri "per difetto" sui decessi dei lavoratori, lo scorso anno, secondo il Centro Studi Cub che ha elaborato dati Inail e dell'Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre (Venezia). Gli infortuni non mortali si attestano invece a oltre 540.000.
    Una "contabilità agghiacciante" e un "annus horribilis", rimarca il sindacato, sottolineando che "la strage sul lavoro" aumenta con un +3,3% nel 2024 rispetto ai 12 mesi precedenti. In particolare, 1055 persone sono decedute sul posto di lavoro e 427 in itinere cioè o svolgendo un lavoro sulle strade (camionisti o conducenti di mezzi pubblici e privati) o andando o tornando da casa.
    Dallo scorporo dei dati - osserva il Centro Studi - emergono alcune evidenze: per i lavoratori stranieri il rischio di morte risulta in proporzione oltre che doppio rispetto ai lavoratori italiani (69,1 morti ogni milione di occupati, contro i 26,7) e il settore delle costruzioni rimane quello più falcidiato dagli incidenti mortali, con 147 decessi. La fascia d'età maggiormente colpita è quella tra i 55 e i 64 anni.
    Calcolando i morti nelle regioni per soli 11 mesi, cioè da a gennaio a fine novembre 2024 (perché non ci sono ancora tutti i dati disarticolati) la Lombardia risulta, come nel 2023, avere il maggior numero di vittime cioè 121. Seguono: Campania 73, Emilia-Romagna 68, Lazio 67, Sicilia 57, Veneto 49, Piemonte 48, Puglia 44, Toscana 39, Sardegna 24, Trentino-Alto Adige 23, Liguria 19, Calabria 18 Umbria 17, Abruzzo e Basilicata 15, Friuli-Venezia Giulia 14, Marche 12, Valle d'Aosta e Molise 4.
    "Siamo oltre l'incidente - commenta Walter Montagnoli della segreteria nazionale Cub - per sua natura un avvenimento imprevedibile, a questo punto morire andando a lavorare è un elemento sistematico, intrinseco e inevitabile rispetto alle dinamiche incancrenite del mondo del lavoro in Italia e sono dovute a una volontà di risparmio delle imprese. Un sistema dove il precariato, la pratica del subappalto reiterato e diffuso e l'assoluta carenza di controlli e formazione e soprattutto di pene esemplari per chi sbaglia, hanno trasformato il lavoro in un terreno minato a cui associare inevitabilmente un bollettino di guerra quotidiano".
    "E' ora necessario, ineludibile e letteralmente vitale che il governo intervenga con provvedimenti specifici. A nulla infatti sono valsi i tanto sbandierati provvedimenti come la patente a punti per le oltre 400.000 imprese che vi hanno aderito. Senza modifiche di legge radicali su precariato, subappalti e sul fronte penale, non si potrà che assistere a un costante incremento di questa macabra e cinica contabilità", conclude.
    (ANSA).
   

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